IL RAGAZZO “VISIBILE” (DANNATO) di X. DOLAN, “INVISIBILE” (FAVOLOSO) di G. SALVATORES
Dissentiamo dalle valutazioni critiche, in genere, del quotidiano “La Repubblica”, in particolare riguardo a “Mommy” di Xavier Dolan e “Il ragazzo invisibile”di Gabriele Salvatores, due film accomunati dalla stessa problematica adolescenziale-giovanile (rapporto con la madre compreso), smodatamente realistico l’uno, criticamente favolistico l’altro. Scorrendo la colonna dei film in programmazione, notiamo che “Mommy” è l’unico contrassegnato da asterisco (ottimo) mentre il 90% degli altri, tra cui “Il ragazzo invisibile”, da quadratino (discreto), eguagliato a film insignificanti (specie italiani). A parte l’ingiustificato appiattimento, non sarà per un compiaciuto assenso al trionfalismo socio-umanitario e psicotico modaiolo (redditizio al botteghino), specie quando trattasi di tematiche gay –vedi il super premiato e super valutato “La vita di Adele”- ? A noi i conti non tornano se non nel senso di una critica omologata o venduta. In quest’ultimo film Salvatores prosegue con coerenza un suo discorso iniziato con “Io non ho paura”, ripreso con “Nirvana”; un discorso psico-pedagogico incentrato sull’adolescenza, con una sensibilità ed una poesia che meritano attenzione.