#VistoDaFuori VACCINI, I DANNI DELLA PROPAGANDA E COSA FARE

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

roberto_russoCiao, mi chiamo Roberto Russo e ho 26 anni. Sono nato e cresciuto a Latina, mi sono trasferito a Pisa dove ho studiato Chimica all’Università statale. Durante gli studi mi sono avvicinato alla politica studentesca, fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Pisa. Finiti gli studi mi sono trasferito a Siena, dove attualmente lavoro in azienda farmaceutica.

 VACCINI: UNA NUOVA SPERANZA

Continua in Italia l’emergenza morbillo: sono arrivati a quota 2000 i casi di morbillo registrati dall’inizio del 2017, con un aumento del 300% rispetto all’anno precedente. Tutti gli esperti concordano che il motivo di questa epidemia risiede nel calo delle vaccinazione a cui abbiamo assistito negli ultimi anni: dai dati raccolti (per vedere i dati in info grafica clicca qui) emerge che quasi il 90% delle persone colpite dal patogeno non erano state sottoposte a vaccinazione. Eppure, nonostante i dati allarmanti, il fenomeno del calo delle vaccinazioni non sembra arrestarsi. Da cosa deriva il timore per una pratica che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito come “one of the most successful and cost-effective health interventions”? Perché tanta riluttanza nonostante gli straordinari risultati ottenuti dalle vaccinazione di massa su malattie come Polio, Pertosse e Difterite, che ad oggi risultano debellate? Sebbene le cause della crescente paura nei confronti delle vaccinazioni non siano di semplice interpretazione, risultano invece lampanti le speculazioni messe in atto da chi cerca oggi di cavalcare l’onda anti-vaccinista: sono numerosi i politici, sopratutto appartenenti al M5S, che negli ultimi tempi hanno costruito su questo tema una vera e propria battaglia politica populista, al fine di accrescere il consenso e accaparrare quanti i voti degli anti-vaccinisti, senza prestare minimamente attenzione agli esperti in materia. Se il quadro sembra essere così drammatico, quale può essere “La nuova speranza”? Le recenti azioni messe in campo dal Governo e da alcune amministrazioni locali, in primis Emilia-Romagna e Toscana, sembrano segnare un’inversione di tendenza sul tema. Tra queste vi è il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione, che estende il calendario vaccinale e la gratuità di questi, e l’obbligo delle vaccinazione per accedere alle scuole d’infanzia. Queste forti azioni politiche sono state inoltre accompagnate da campagne di sensibilizzazione, promosse dalle istituzioni e da diversi personaggi pubblici, prima fra tutti Bebe Vio, la giovane campionessa paralimpica, diventata una delle principali testimonial della campagna a favore delle vaccinazioni.  L’auspicio è che il serio intervento del governo e delle istituzioni risultino efficaci e riescano a promuovere una cultura delle vaccinazione, così da smontare la caccia alle streghe  messa in piedi da chi vuole trarre profitto da questa drammatica situazione.

#VistoDaFuori JOBS ACT PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

Prosegue #VistoDaFuori, la sezione del mio sito che ho deciso di dedicare a quei ragazzi che sono partiti da Latina e che ora vivono in altri luoghi del Paese o molto più spesso del mondo. Dopo il primo spunto di riflessione che ci ha dato Giulio da Bratislava Renzi, le primarie e l’Europa oggi è la volta di Salvatore che vive in Danimarca e che ha scelto un tema molto delicato, quello del lavoro e del JOBS ACT.

img_0533

-Ciao a tutti, mi chiamo Salvatore De Angelis e ho 28 anni. Laureato all’Università “La Sapienza” in Ingegneria Meccanica (triennale) e “Ingeria delle Nanotecnologie” (magistrale), sono attualmente alla fine di un progetto di  dottorato in Danimarca (DTU) sull’accumulo e l’utilizzo efficiente di energie rinnovabili. Per lavoro ho viaggiato in Europa e negli Stati Uniti dove ho trascorso 3 mesi nei pressi di Chicago alla NorthWestern Univeristy per un periodo di ricerca all’estero. 

Perché scrivere su questo blog? Perché in fondo l’Italia, soprattutto vista da fuori, non è poi così male e fa piacere dare un piccolo contributo offrendo un punto di vista dall’esterno.-

“Il futuro prima o poi torna”. Questo lo slogan di un Matteo Renzi al ritorno sulla scena mediatica e politica dopo la cocente sconfitta del 4 dicembre. In quell’ossimoro, la voglia di non fermarsi nel percorso di riforme necessarie all’Italia per affrontare al meglio le sfide del nostro tempo. Tra queste sfide, una su tutte, lavoro e disoccupazione. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha radici complesse che risiedono negli effetti di una crisi lunga e logorante, nella competizione delle economie emergenti e nella progressiva scomparsa di professioni tradizionali. A questo scenario si aggiunge l’estrema rigidità del mercato del lavoro italiano, caratterizzato da un lato da contratti intoccabili e dall’altro da tutele inesistenti per molti giovani che si affacciano al primo impiego. Eppure, senza andare troppo lontano, ci sono paesi in cui il futuro è già tornato e forse già rappresenta il passato. La Danimarca, paese in cui vivo, si distingue per livelli di disoccupazione tra i più bassi di Europa. Come ci sono riusciti? Certamente puntando su ricerca e qualità dei prodotti ma anche creando un sistema di regole del lavoro moderne e dinamiche. La chiamano “Flexicurity”: in linea di massima, a parte eccezioni, tutti hanno un contratto stabile ma flessibile, senza tutele eccessive. In compenso, la mobilità è garantita grazie a generosi sussidi di disoccupazione e politiche attive di reintegro. Il “jobs act”, con il contratto a tutele crescenti e il riordino della selva dei contratti atipici, rappresenta un piccolo passo in questa direzione. Un piccolo “pezzo” di futuro di cui l’Italia ha disperatamente bisogno. Per questo, ancora una volta, mi sento di sostenere Matteo Renzi e il PD, come unici interpreti credibili di un rinnovamento difficile ma possibile.  Tante le riforme e le sfide da affrontare. La più difficile? Non fermarsi al risultato del 4 dicembre e avere il coraggio di cambiare veramente le cose.

 

#VistoDaFuori Renzi, le primarie e l’Europa

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

L’idea di questa rubrica dal titolo #VistoDaFuori è quella di dar voce a ragazzi della nostra provincia che non vivono piu sul nostro territorio. Capire chi ha fatto altre esperienze cosa ne pensa di determinati fatti, scelte o accadimenti che riguardano il nostro Paese. Oggi Giulio si racconta e ci dice cosa ne pensa di Renzi e delle primarie.

giulio_chiabra-Ciao, mi chiamo Giulio Chiabra e sono classe ’89; mi sono laureato all’Universita’ “La Sapienza” in Management e Diritto di Impresa, completando gli studi conseguendo un Master in Europrogettazione a Bruxelles. Dopo aver viaggiato quasi in tutta Europa e dopo aver speso quasi due anni vivendo tra Spagna (come studente)e Belgio (come lavoratore), nel 2015 ho deciso di stabilirmi a Bratislava (Slovacchia), dove attualmente lavoro per IBM come analista finanziario responsabile per il Centro-Est Europa ed Africa per quanto riguarda il settore delle risorse umane.  Perché ho accettato di scrivere in questo Blog? Perché credo ancora fermamente nel valore e nella capacita’ della parola di indurre al cambiamento sia personale che globale.

Rigrazio Alessandro di avermi coinvolto in questo progetto per offrire un punto di vista diciamo “da fuori”-.

“Alle primarie ho votato Matteo Renzi per le sue battaglie in Europa”

Non so voi, ma io alle primarie ho votato Renzi. Ho votato Renzi perchè penso sia una persona per bene, una persona che cerca di dare un taglio netto alla famosa diade “politica-interessi personali”, una persona che ama il Paese in cui vive e che crede nel progetto Europa. Progetto Europa che lo trova sempre pronto a dare pareri negativi o alternativi su questioni che lo vedono in disaccordo con le politiche comunitarie. Quali? Per esempio la battaglia sul bilancio Europeo, dove ci venivano chiesti quasi 20 miliardi per riceverne indietro poco più della meta’(intorno agli 11 miliardi) e che quindi lo vedeva contrario ad una redistribuzione mal gestita, sottolineando il fatto di essere fieri di essere contributori ma che i Paesi riceventi i nostri soldi devono dare una mano nell’ emergenza immigrazione, cercando di esaltare il legame che vi e’ tra diritti e doveri. Oppure la battaglia contro il famoso fiscal compact firmato da Monti, Berlusconi e Bersani nel 2012, che attraverso norme e vincoli comuni interviene sulle politiche fiscali, ponendosi come obiettivo quello di contenere il debito pubblico nazionale di ciascun Paese, che però con il passare del tempo si è avvicinato sempre di piu’ al concetto di austerity. Auguro al Partito Democratico di rinascere dalle sue ceneri per avere un nuovo inizio, come la leggendaria fenice.

IN THE MOOD FOR DUNG

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

Cozzolino_MaulucciAbbiamo già scritto di Latina (e Roma) come di una nuova “Mahagonny”, la “città rete” immaginata da Brecht, prototipo ed emblema della corruzione dove tutto si può (Ascesa e caduta/rovina della città di Mahagonny). Governata dal malaffare, lo strapotere della camorra, del clan degli zingari, di altri clan fino  a ieri insospettabili, malavitosamente operosi ed attivi Una città anomala sotto ogni punto di vista. Cresciuta, ingrassatasi  all’insegna delle anomalie, degli abusi, delle connivenze e collusioni delinquenziali, per anni coperte o attutite in modo vergognoso. Al punto in cui si è arrivati non c’è da meravigliarsi: i nomi di chi ha governato o di quelli che hanno maneggiato, manomesso e degradato la città  sono per lo più noti. L’impeccabile, lucida analisi del direttore del quotidiano Latina/EditorialeOggi, A. Panigutti  (Vent’anni trascorsi inutilmente 11.X) è perfettamente aderente al mood della città. L’abbiamo letta con una accorata, paradossale soddisfazione per aver trovato conferma, punto dopo punto, a  quanto da molti anni  lamentiamo, pubblicamente e non.

Ansa

SKY TG24

SEGUIMI SUI SOCIAL NETWORK

twitter facebook