Segnali Amari
Non siamo né sportivi né appassionati di calcio. Abbiamo, però, sempre seguito i mondiali entusiasmandoci per la intelligenza, la tecnica e l’impegno dei nostri fuoriclasse. Sentendoci ad ogni vittoria gioiosamente italiani. Siamo stati assaliti da sconforto e desolazione in queste due ultime tornate nel dover constatare la fiacca e il pressapochismo nella prima sconfitta (Costarica), la volgarmente detta sfiga o disdetta – in arte/poesia avversa Fortuna-, nella seconda (Uruguai). Dove la squadra non ha certamente brillato, ma si è battuta corpo a corpo, nel senso letterale del termine, avendo dovuto tener testa a dei “selvaggi” specie nel comportamento. Si aggiunga che l’ansia da prestazione (dopo la precedente sconfitta) ha giocato un pessimo gioco. Quel che ha maggiormente colpito è stato l’accanimento della Fortuna. In primis, l’imbecillità e disonestà dell’arbitro: se gli arbitri di calcio fossero più voltairiani (Voltaire) e avveduti, si riuscirebbe a estirpare, una volta per tutte, la brutta abitudine di impiccarli (!).