PIETRO INGRAO: “DIPLOMA DI VECCHIAIA” CON 100 E LODE

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

pietro_ingraoTutti lo ricordano, tutti lo rimpiangono. Recentemente, Giampaolo Pansa ha detto che l’Italia di oggi è lo specchio o il risvolto di quella del 1948, con la differenza che, allora, c’erano uomini della levatura di un De Gasperi, oggi no. Dunque, il rischio conclamato, per il paese,  di un  non ritorno  poiché non ci sono più  uomini capaci come quelli di allora. Per le persone  della mia generazione, Pietro Ingrao è stato uno dei grandi maestri insieme ai  Sapegno, Argan, G.Macchia, R. Bianchi Bandinelli, Paratore (l’unico, tra tanti nomi, tendenzialmente di destra) etc. Maestri ai quali si deve la formazione intellettuale, umana, etica; i quali, direttamente o indirettamente, ti hanno insegnato a leggere e capire Marx, Engels, Gramsci, Gobetti, Galvano Della Volpe.

“CON GLI OCCHI DEL DOPO”: LO SGUARDO DI TOMMASO (PARTE 2)

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

con-gli-occhi-del-dopoFiglio di povera gente, Tommaso attraversa tutte le fasi esperienziali della fanciullezza ed adolescenza. Di essa ha gelosamente e gioiosamente conservato, con l’acutezza del cuore e della mente, una sapiente semplicità, che traspare dalla levità della scrittura e limpidezza di una coscienza ed un rigore morale elevati, esemplarmente kantiani. Dove si sono sedimentati gli umori e i sudori, gli odori e i sapori genuini di un paese arcaico, dal mitico passato perennemente vivo in un presente antico e nuovo, in cui il tempo ciclico si alterna a quello lineare. Dove i pregiudizi e i malefici secolari si mescolano ai benefici della modernità, tra i più socialmente e democraticamente importanti la riforma della Scuola Media (anni Sessanta), preclusa nel primo dopoguerra alla maggior parte dei bambini appartenenti alla classe sociale subalterna; orientati, si sa, all’Avviamento, la scuola dei poveri e non intelligenti (!). Un paese dove il bambino di allora ritorna puntualmente ogni volta per mettere alla prova la su ingenuità adulta. Per ascoltare ancora, come in un sogno, il padre -“Il mio Omero”-, raccontare storie meravigliose, che incantavano grandi e piccini.

“CON GLI OCCHI DEL DOPO”: LO SGUARDO DI TOMMASO (parte 1)

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

con-gli-occhi-del-dopoNon capita spesso di dover presentare un libro di un autore mai conosciuto prima e ritrovarsi, di colpo, a tu per tu con un compagno di strada, un amico di sempre. Una persona con cui scopri di aver condiviso, senza sospettarlo, esperienze di vita, professionali, interessi, passioni culturali ed intellettuali. In sostanza, accomunati dalla stessa Weltanshauung. Plutarco avrebbe potuto inserirli nelle sue “Vite parallele”! L’uno nato nel 1943, a Sperlonga (LT), sotto i bombardamenti, per sfuggire ai quali la madre pensò bene di rifugiarsi nella Grotta di Tiberio, di fronte alla loro casupola, dove lo partorì e lo allevò col latte di capra. L’altro, classe 1944, nacque durante lo sfollamento, nella campagna del frusinate (registrato ad Amaseno), in un casolare di generosi contadini, allevato col latte d’asina. Entrambi uomini di scuola, intellettuali laici,  appassionati di cinema. Dopo aver pubblicato vari libri e scritti teorici o scientifici (di Filosofia, di cui è stato docente all’Università di Ferrara, dove vive in alternanza con Vienna, città della moglie), con pudore e discrezione Tommaso La Rocca confessa di essersi deciso a scrivere un libro diverso, autobiografico, in realtà, la storia di un’anima: “Con gli occhi del dopo”.

Si è conclusa a Sermoneta la “nuova” stagione del campus musica scrittura teatro

Pubblicato da admin. In Dai blogger

castello-sermonetaSi è conclusa la  “magica” stagione del Campus (51° anno), al Castello di Sermoneta, facendo registrare un ragguardevole successo (il 2 agosto, all’Abbazia di Fossanova, un “bis” col portentoso duo F. Von Arx,  violino, e Roberto Prosseda, pianoforte). Abbiamo avuto il piacere e l’onore di “introdurre” questa edizione all’insegna di Aldo Manuzio, sottolineando il “correlativo oggettivo” tra libro-stampa e musica, humanitas (cultura) e musica, humanitas e Campus etc. Chi conosce Montale sa bene che cosa egli intenda per “correlativo oggettivo”: l’osso di seppia, di per sé, è quel che è, per il poeta evoca, correlativamente, una durezza altra e cioè un concetto similare.

Ansa

SKY TG24

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