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Latina non è Littoria, diciamolo a Zuckerberg

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In News

latina_littoriaL’argomento Latina-Littoria attraversa la nostra città da molti anni, lo sappiamo, ma piaccia o non piaccia dal 1946 il nome indicato sulle carte geografiche prima, su internet e sulle app degli smartphone poi, è Latina. Almeno fino a qualche settimana fa, quando più di qualcuno ha notato che sul più noto dei social network, il luogo suggerito da Facebook quando si pubblica un post e ci si trova sul nostro territorio è “Littoria”. Ad alcuni la cosa può far sorridere, altri la possono trovare piacevole, altri ancora offensiva, ma qui non si tratta del solito dibattito sul ritorno al nome originario della città, né tantomeno dello scambio di opinioni sul nome dei giardinetti pubblici (parco Mussolini). Ad oggi, 9 maggio 2017, il nome della nostra città è Latina, Zuckerberg corregga. Ecco come ciascuno può segnalare a Facebook l’errore:

#VistoDaFuori JOBS ACT PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

Prosegue #VistoDaFuori, la sezione del mio sito che ho deciso di dedicare a quei ragazzi che sono partiti da Latina e che ora vivono in altri luoghi del Paese o molto più spesso del mondo. Dopo il primo spunto di riflessione che ci ha dato Giulio da Bratislava Renzi, le primarie e l’Europa oggi è la volta di Salvatore che vive in Danimarca e che ha scelto un tema molto delicato, quello del lavoro e del JOBS ACT.

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-Ciao a tutti, mi chiamo Salvatore De Angelis e ho 28 anni. Laureato all’Università “La Sapienza” in Ingegneria Meccanica (triennale) e “Ingeria delle Nanotecnologie” (magistrale), sono attualmente alla fine di un progetto di  dottorato in Danimarca (DTU) sull’accumulo e l’utilizzo efficiente di energie rinnovabili. Per lavoro ho viaggiato in Europa e negli Stati Uniti dove ho trascorso 3 mesi nei pressi di Chicago alla NorthWestern Univeristy per un periodo di ricerca all’estero. 

Perché scrivere su questo blog? Perché in fondo l’Italia, soprattutto vista da fuori, non è poi così male e fa piacere dare un piccolo contributo offrendo un punto di vista dall’esterno.-

“Il futuro prima o poi torna”. Questo lo slogan di un Matteo Renzi al ritorno sulla scena mediatica e politica dopo la cocente sconfitta del 4 dicembre. In quell’ossimoro, la voglia di non fermarsi nel percorso di riforme necessarie all’Italia per affrontare al meglio le sfide del nostro tempo. Tra queste sfide, una su tutte, lavoro e disoccupazione. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha radici complesse che risiedono negli effetti di una crisi lunga e logorante, nella competizione delle economie emergenti e nella progressiva scomparsa di professioni tradizionali. A questo scenario si aggiunge l’estrema rigidità del mercato del lavoro italiano, caratterizzato da un lato da contratti intoccabili e dall’altro da tutele inesistenti per molti giovani che si affacciano al primo impiego. Eppure, senza andare troppo lontano, ci sono paesi in cui il futuro è già tornato e forse già rappresenta il passato. La Danimarca, paese in cui vivo, si distingue per livelli di disoccupazione tra i più bassi di Europa. Come ci sono riusciti? Certamente puntando su ricerca e qualità dei prodotti ma anche creando un sistema di regole del lavoro moderne e dinamiche. La chiamano “Flexicurity”: in linea di massima, a parte eccezioni, tutti hanno un contratto stabile ma flessibile, senza tutele eccessive. In compenso, la mobilità è garantita grazie a generosi sussidi di disoccupazione e politiche attive di reintegro. Il “jobs act”, con il contratto a tutele crescenti e il riordino della selva dei contratti atipici, rappresenta un piccolo passo in questa direzione. Un piccolo “pezzo” di futuro di cui l’Italia ha disperatamente bisogno. Per questo, ancora una volta, mi sento di sostenere Matteo Renzi e il PD, come unici interpreti credibili di un rinnovamento difficile ma possibile.  Tante le riforme e le sfide da affrontare. La più difficile? Non fermarsi al risultato del 4 dicembre e avere il coraggio di cambiare veramente le cose.

 

Gabriele, il ragazzo pontino che ha fatto strada a Milano

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In News

Gabriele_VillaL’Italia si sa, non brilla per meritocrazia. Se questo concetto poi lo abbiniamo alla politica, allora c’è davvero mettersi le mani nei capelli. Tuttavia però ci sono delle belle storie da raccontare. Storie di persone che con la loro sola passione e capacità sono riusciti a crearsi spazio e a “scalare” delle posizioni perché, udite udite, lo meritavano. Una di queste belle storie riguarda Gabriele Villa, un ragazzo nato a Formia nell’Ottobre 1986 e che dopo aver completato la sua formazione scolastica a Latina passando per il liceo Classico guidato allora dal preside Maulucci, si trasferisce a Milano dove consegue la laurea triennale in Scienze Politiche e la laurea magistrale in Scienze del Lavoro.
 
Durante l’Università si impegna nella fondazione di un’associazione studentesca “Students’ Union Scienze Politiche” (di cui sarà Presidente per due anni) e dirige il giornale studentesco “Acido Politico”, ma è sul concludere degli studi che si avvicina in maniera preponderante al Partito Democratico con la partecipazione ai Comitati di Sostegno per Matteo Renzi per la premiership nel 2012.

#VistoDaFuori Renzi, le primarie e l’Europa

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

L’idea di questa rubrica dal titolo #VistoDaFuori è quella di dar voce a ragazzi della nostra provincia che non vivono piu sul nostro territorio. Capire chi ha fatto altre esperienze cosa ne pensa di determinati fatti, scelte o accadimenti che riguardano il nostro Paese. Oggi Giulio si racconta e ci dice cosa ne pensa di Renzi e delle primarie.

giulio_chiabra-Ciao, mi chiamo Giulio Chiabra e sono classe ’89; mi sono laureato all’Universita’ “La Sapienza” in Management e Diritto di Impresa, completando gli studi conseguendo un Master in Europrogettazione a Bruxelles. Dopo aver viaggiato quasi in tutta Europa e dopo aver speso quasi due anni vivendo tra Spagna (come studente)e Belgio (come lavoratore), nel 2015 ho deciso di stabilirmi a Bratislava (Slovacchia), dove attualmente lavoro per IBM come analista finanziario responsabile per il Centro-Est Europa ed Africa per quanto riguarda il settore delle risorse umane.  Perché ho accettato di scrivere in questo Blog? Perché credo ancora fermamente nel valore e nella capacita’ della parola di indurre al cambiamento sia personale che globale.

Rigrazio Alessandro di avermi coinvolto in questo progetto per offrire un punto di vista diciamo “da fuori”-.

“Alle primarie ho votato Matteo Renzi per le sue battaglie in Europa”

Non so voi, ma io alle primarie ho votato Renzi. Ho votato Renzi perchè penso sia una persona per bene, una persona che cerca di dare un taglio netto alla famosa diade “politica-interessi personali”, una persona che ama il Paese in cui vive e che crede nel progetto Europa. Progetto Europa che lo trova sempre pronto a dare pareri negativi o alternativi su questioni che lo vedono in disaccordo con le politiche comunitarie. Quali? Per esempio la battaglia sul bilancio Europeo, dove ci venivano chiesti quasi 20 miliardi per riceverne indietro poco più della meta’(intorno agli 11 miliardi) e che quindi lo vedeva contrario ad una redistribuzione mal gestita, sottolineando il fatto di essere fieri di essere contributori ma che i Paesi riceventi i nostri soldi devono dare una mano nell’ emergenza immigrazione, cercando di esaltare il legame che vi e’ tra diritti e doveri. Oppure la battaglia contro il famoso fiscal compact firmato da Monti, Berlusconi e Bersani nel 2012, che attraverso norme e vincoli comuni interviene sulle politiche fiscali, ponendosi come obiettivo quello di contenere il debito pubblico nazionale di ciascun Paese, che però con il passare del tempo si è avvicinato sempre di piu’ al concetto di austerity. Auguro al Partito Democratico di rinascere dalle sue ceneri per avere un nuovo inizio, come la leggendaria fenice.

Ansa

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