Pubblicato su www.latinaquotidiano.it il 18 novembre.
Vi ricordate come si concluse la scorsa consiliatura guidata dal sindaco Zaccheo?? No? Rinfreschiamo un pochino la nostra memoria molto brevemente. Alcuni consiglieri del PDL, guidati dal senatore Fazzone, firmarono la loro sfiducia nei confronti del sindaco con il quale componevano la maggioranza. Quei voti, sommati a quelli dell’opposizione fecero mancare i numeri al primo cittadino e si tornò alle urne dopo qualche mese di commissariamento.
Una frattura che sembrava insanabile, ma che invece fu all’ultimo secondo ricomposta con la candidatura unitaria di Giovanni Di Giorgi. L’uomo della provvidenza che non solo riuscì a unire chi aveva sfiduciato Zaccheo con chi invece lo aveva difeso fino all’ultimo, ma addirittura a farsi sostenere da chi per tre anni era stato contro entrambe queste due fazioni, come Fabrizio Cirilli. Tant’è che Di Giorgi e la sua variegata coalizione riescono per 700 voti a vincere. Tutti gli addetti ai lavori nutrivano dei dubbi sulla tenuta di questa nuova maggioranza, ma il sindaco rassicurava: “Siamo compatti”. Ora andiamo ad analizzare nei fatti questa compattezza.
Si parte con una giunta che dura 3 mesi e che poi viene cambiata quasi nella sua totalità. Motivo? Tra le forze della maggioranza non si trova l’accordo sula spartizione delle poltrone. Cambiati quasi tutti gli assessori e trovata a fatica la quadratura del cerchio, Maurizio Patarini si trasferisce dall’opposizione alla maggioranza, passando da “Si per Latina” alla lista “Città nuove”, che ha come massimo riferimento Renata Polverini. Intanto il PDL vuole sfiduciare il presidente della commissione commercio, Ivano Di Matteo (anch’egli PDL). Attacco fratricida che dopo qualche settimana rientra. Nel frattempo Luca Bracchi, consigliere di maggioranza in quota “Cttà nuove” si dichiara indipendente in aperto dissenso con la maggioranza continuando però a sostenerla. Poco dopo nel gruppo misto lo seguirà Gianni Chiarato, anch’egli ex “Città nuove”.
Intanto il sindaco Di Giorgi lascia il PDL aderendo a Fratelli D’Italia, portando con se i consiglieri di maggioranza Lodi, Ripepi e Tontini (che fuoriescono dalla lista “Di Giorgi”), Maietta, assessore al bilancio che lascia il PDL e Calandrini, presidente del Consiglio Comunale che scarica il partito di Berlusconi. Patarini, mai domo, lascia anche “Città nuove” e dopo un periodo nel gruppo misto, aderisce a Fratelli D’Italia. Qualche settimana e Cesare Bruni, considerando finito il progetto della Polverini, abbandona “Città nuove” e entra nel gruppo misto. Giungiamo così al cambio di casacca di Mauro Anzalone, che dall’UDC passa al PDL. Ma il pezzo recuperato viene subito perso dal Popolo della Libertà, infatti Andrea Palombo saluta e entra nel gruppo misto. In questo bailamme il PDL chiede un nuovo rimpasto che coinvolga giunta e presidenti di commissione. Si prospetta dunque a breve un articolo ad integrazione di questo che aggiorni su gli ultimi colpi di mercato.
Mentre questa maggioranza è ripiegata su se stessa guardando gli interessi dei singoli la città è allo sbando, e questo è sotto gli occhi di tutti.