Ieri nella Commissione congiunta Attività Produttive di Camera e Senato, si è tenuta l’audizione del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che ha delineato le priorità del suo dicastero per contrastare e trovare soluzioni all’emergenza occupazionale, in particolare quella giovanile.
Ecco il testo dell’Audizione del Ministro, nel quale si possono individuare le principali linee di azione su cui intende orientare il proprio lavoro, e che costituiscono importanti spunti per le future politiche del Governo in materia di lavoro e lotta alla disoccupazione.
Audizione di Flavio Zanonato
Ministro dello Sviluppo Economico
Audizione Commissioni
Attività produttive di Camera e Senato
Roma, 5 giugno 2013 Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 2
Presidente Epifani,
Presidente Mucchetti,
Onorevoli deputati e senatori,
Sono davvero contento di poter utilizzare questa prima occasione formale di incontro con le due Commissioni Attività Produttive qui riunite per illustrare le principali linee di azione sui cui intendo orientare il Ministero dello Sviluppo Economico.
Sono certo che avremo tante occasioni di confronto perché l’ambito di responsabilità delle due Commissioni qui riunite corrisponde all’ambito di responsabilità che ho all’interno del Governo. Dal lavoro che sapremo sviluppare congiuntamente dipenderà buona parte di quello che riusciremo in concreto a mettere in moto per restituire una prospettiva di crescita al Paese.
L’azione di riordino dei conti pubblici ha permesso all’Italia di chiudere la procedura di infrazione europea per deficit eccessivo: era una condizione necessaria per potenziare e sviluppare appieno l’azione di promozione della crescita.
La crisi economica prosegue senza soluzione di continuità da cinque anni e ha fatto ripiombare indietro il nostro Paese ai livelli di ricchezza dei primi anni duemila: rispetto al 2007 abbiamo bruciato quasi 9 punti percentuali di Pil in termini reali, vale a dire oltre 100 miliardi di euro.
Il lavoro, e in particolare la disoccupazione giovanile, costituiscono la vera emergenza nazionale. 3 milioni di disoccupati, Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 3
oltre 6 milioni di persone che vorrebbero lavorare di più, 2,5 milioni di giovani che non lavorano, non studiano, non si professionalizzano. L’obiettivo del Governo, del mio dicastero in particolare e di tutte le forze parlamentari, deve essere concentrato nel restituire opportunità a un’intera generazione. Questo Governo, e più in generale questa legislatura, fatemi dire tutti noi indipendentemente dai ruoli di maggioranza e opposizione, saremo misurati su un dato: la crescita dell’occupazione giovanile e la capacità di restituire speranza alle nuove generazioni.
Sono, in particolare, favorevole a introdurre misure di vantaggio fiscale e decontribuzione per le aziende che assumono in modo permanente i giovani. Una misura che serve a dare maggior certezza a tanti ragazzi precari o senza lavoro.
Siamo arrivati a un punto di non ritorno: per tornare a crescere e a creare nuova occupazione dobbiamo rilanciare la competitività del sistema produttivo. Occorre realizzare i presupposti perché le imprese tornino a investire, a crescere e ad assumere, dovremo essere in grado di mettere le nostre imprese in condizione di competere ad armi pari con i concorrenti europei.
Gli ambiti su cui concentrerò il mio intervento sono:
1. le misure per riattivare il circuito del credito anche attraverso una maggiore libertà di azione del Fondo Centrale di Garanzia;
2. le politiche per rilanciare gli investimenti privati e l’attività produttiva, con particolare riguardo agli investimenti in ricerca e innovazione;
3. le misure di semplificazione e liberalizzazione per rendere il nostro Paese un sistema più amico del fare impresa;
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4. gli interventi per ridurre il costo dell’energia proseguendo la strada dello sviluppo sostenibile e attento all’ambiente;
5. le politiche per lo sviluppo dell’economia digitale, delle reti di comunicazione e per l’uso efficiente dello spettro radio televisivo;
6. infine gli indirizzi della politica in favore della proiezione internazionale del nostro Paese.
Credito
La prima urgenza per le imprese riguarda certamente l’accesso al credito: riattivare rapidamente il circuito del credito è indispensabile per far ripartire gli investimenti e l’attività produttiva.
Rispetto a fine 2011 i prestiti alle imprese sono diminuiti di quasi 60 miliardi di euro: una stretta creditizia senza alcun precedente.
Il costo del prestito per un’impresa italiana è, in media, di 200 punti base superiore a quello pagato da un’impresa tedesca.
Il credito all’economia è bloccato da un sistema bancario sempre più irrigidito da vincoli patrimoniali, da un costo del credito crescente e da regole inadeguate all’emergenza che limitano la capacità degli istituti di credito di intermediare risorse verso il tessuto produttivo a costi competitivi.
o Ci attendiamo un significativo impatto espansivo dall’immissione di liquidità assicurata dalla definitiva entrata in vigore delle misure sui debiti scaduti della Pubblica Amministrazione.
Su questo fronte, il mio impegno è stato fin dal primo momento al fianco delle imprese per accelerare i pagamenti, semplificare le procedure e raggiungere il completo azzeramento dello stock di debito scaduto. Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 5
Il testo licenziato dal Senato prevede la possibilità di pagare l’intero stock di debiti nel 2014. Si potrà infatti attivare la garanzia dello Stato per rendere più fluido lo smobilizzo dei crediti attraverso le anticipazioni da parte del sistema creditizio. Sono molto soddisfatto dell’accordo raggiunto.
Occorre altresì vigilare sull’effettiva implementazione della Direttiva europea sui ritardi di pagamento per consolidare nel Paese, sia nel pubblico sia nel privato, una corretta cultura dei pagamenti.
o Intendiamo al più presto potenziare e rendere più flessibile il funzionamento del Fondo Centrale di Garanzia che, in questi anni, ha svolto un importante ruolo di sostegno al sistema delle piccole e medie imprese.
Le azioni che intendiamo mettere in campo in tempi rapidissimi sono:
l’introduzione di meccanismi di verifica sull’effettiva capacità delle garanzie prestate di generare prestiti addizionali e condizioni più favorevoli, con piena informazione alle imprese beneficiarie;
un incremento del livello di copertura su alcune fattispecie di garanzia concesse dal Fondo;
ma soprattutto una profonda revisione dei criteri di accesso al Fondo, oggi estremamente rigidi, rendendoli più coerenti con l’attuale fase economica. In particolare occorre ampliare la fascia dei soggetti beneficiati a quella categoria di imprese che, per quanto ancora con buone prospettive, si trova oggi marginalizzata dal sistema bancario.
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Questi interventi sono tesi ad aumentare i volumi di credito bancario generato dalle garanzie del Fondo.
Per assicurare piena continuità d’azione e una maggiore incisività sull’area del razionamento, come suggerito nella relazione finale dei saggi, doteremo il Fondo Centrale di maggiori risorse.
o Sempre in materia di credito, e in linea con quanto sottolineato dal Governatore della Banca d’Italia in occasione della Relazione di fine anno, intendiamo continuare a incentivare i canali di finanziamento alternativi a quello bancario e l’apertura del nostro sistema al mercato dei capitali.
In particolare, intendiamo favorire ulteriormente l’emissione di obbligazioni da parte delle imprese, soprattutto di quelle di più piccola dimensione.
Intendiamo intervenire sulla fiscalità indiretta applicata alle emissioni garantite e agevolare l’utilizzo di fondi di credito per dare accesso al mercato dei capitali a imprese di dimensioni contenute che, da sole, non potrebbero accedervi direttamente. È infine necessario mobilitare gli investitori istituzionali italiani verso l’investimento su questa tipologia di strumenti, apportando alcune modifiche alla normativa vigente e attivando in tal modo un circuito di intermediazione diretta fra risparmio e impieghi nell’economia reale.
o Infine, occorre riattivare il circuito delle compravendite immobiliari sulla prima casa. L’offerta di mutui residenziali si è più che dimezzata negli ultimi due anni. Occorre agire sulla domanda e aiutare le giovani coppie e le famiglie più in difficoltà ad accedere al credito per l’acquisto del bene casa.
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Rilanciare gli investimenti
o Un primo importante provvedimento per il rilancio degli investimenti privati è quello varato nello scorso Consiglio dei Ministri, che ha prorogato e portato al 65% la detrazione fiscale per gli interventi di efficienza energetica negli edifici, confermando al contempo quella del 50% per le ristrutturazioni edilizie ed estendendone l’ambito di applicazione anche al comparto arredo.
Queste misure, che hanno garantito finora ottimi risultati in termini di sostegno a un’importante filiera produttiva e occupazionale, contempo sono anche un efficace strumento di contrasto all’evasione fiscale.
o Intendiamo al più presto utilizzare le risorse rinvenute dalla recente riforma degli incentivi del Ministero dello Sviluppo economico – attualmente pari a circa 700 milioni di Euro – e concentrate nel Fondo per la Crescita Sostenibile.
Orienteremo i primi interventi del Fondo verso il sostegno degli investimenti in ricerca e innovazione, cercando di attivare risorse aggiuntive tramite il coinvolgimento della Banca Europea degli Investimenti e del Fondo per gli Investimenti in Ricerca (FRI) presso la Cassa Depositi e Prestiti. Sarà così possibile generare un effetto leva in grado di attivare un volano di investimenti per oltre 3 miliardi di euro.
Stiamo inoltre valutando con il Ministero dell’Economia la possibilità di costruire un sistema di sostegno agli investimenti per il rinnovo dei processi produttivi e l’acquisto di macchinari e beni strumentali da parte delle imprese, che abbia come riferimento il modello sperimentato con la legge Sabatini . Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 8
o Nella logica del rilancio strutturale della crescita assume un ruolo fondamentale il sostegno alla ricerca e all’innovazione industriale, chiave strategica per recuperare competitività, creare nuovo lavoro ad alta qualificazione e attivare un circuito virtuoso tra sistema universitario e imprese.
Rimane prioritaria, come più volte ricordato anche dal Presidente Napolitano, la definizione di uno strumento di agevolazione fiscale strutturale per sostenere le attività di Ricerca e sviluppo realizzate dalle imprese, tanto in autonomia quanto in collaborazione con le università. Tale strumento si affiancherà al credito di imposta per il personale altamente qualificato impiegato anche in attività di ricerca e sviluppo che – avendo in questi giorni ottenuto il nullaosta da Bruxelles – contiamo di attivare nelle prossime settimane.
È in corso di approvazione definitiva il decreto MEF-MiSE che dà attuazione alle norme sull’agevolazione fiscale all’investimento in start up innovative da parte di persone fisiche e persone giuridiche. Una volta chiuso il provvedimento, il Ministero dello Sviluppo Economico provvederà alla notifica per compatibilità d’aiuto alla Commissione Europea.
o Un’altra misura di importante stimolo alla domanda, recentemente introdotta nel nostro ordinamento, è la defiscalizzazione delle grandi opere infrastrutturali. Occorre rafforzarla. Oggi questa misura si applica agli investimenti superiori ai 500 milioni di Euro. Interessa quindi pochissime opere (non arriveranno a 10).
Con i ministri Lupi e Saccomanni vogliamo ridurre la soglia dimensionale, portandola a 50 milioni. Questo si può fare senza alcun aggravio sui conti pubblici, consentendo di allargare in modo sensibile la platea delle opere potenzialmente beneficiate. Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 9
Potremo così mobilitare risorse private su opere e lavori di dimensioni più contenute ma che più rapidamente possono tradursi in spesa e quindi in nuova occupazione.
Semplificazioni
Occorre accelerare sugli interventi di semplificazione degli oneri e degli adempimenti amministrativi delle imprese.
Gli oneri e i procedimenti farraginosi cui molto spesso sono sottoposte le imprese sono intollerabili. La frammentazione delle competenze amministrative genera complicazioni e duplicazioni, consolida l’immagine di una burocrazia nemica del fare impresa.
o La leva digitale può essere uno straordinario strumento di trasparenza e di semplificazione e riduzione dei costi e dei tempi. È fondamentale accelerare l’attuazione dell’Agenda Digitale e per questo motivo siamo favorevoli a individuare un unico e autorevole punto di coordinamento presso la Presidenza del Consiglio.
Al di là dei temi che riguardano nello specifico le infrastrutture di rete e lo sviluppo del mercato digitale, temi che tratterò fra poco, mi preme sottolineare quanto il digitale sia un fondamentale strumento per modernizzare e rendere più competitivo il nostro sistema produttivo. Sotto questo profilo intendo intensificare gli sforzi del Ministero sul fronte dell’alfabetizzazione digitale delle PMI, sulle politiche in favore della diffusione dei canali di distribuzione digitale dell’e-commerce e dei pagamenti elettronici.
o Tornando ai temi di semplificazione dobbiamo condividere i principi a cui ispirare il nostro intervento. L’assunzione chiara di responsabilità è la base per ogni buona semplificazione. La riduzione delle garanzie sanitarie o della sicurezza sul lavoro non può essere
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considerata semplificazione. Così come non è semplificazione l’alleggerimento dei vincoli ambientali e paesaggistici.
Dovremo invece riprendere e completare il lavoro già avviato dal precedente Governo, con lo spirito di riallineare l’assetto regolatorio italiano a quello europeo, eliminando uno per uno tutti gli elementi di complicazione e penalizzazione ingiustificata introdotti in sede di recepimento delle direttive.
Un caso emblematico di ingiustificato aggravio (gold plating) per gli operatori è certamente il Sistri. Estendendo la tracciabilità dei rifiuti pericolosi anche a tipologie diverse e non pericolose, siamo stati più realisti del re. Il nostro sistema di tracciabilità va semplificato, a partire proprio dal perimetro di applicazione, per far sì che non rappresenti un ostacolo ingiustificato all’attività imprenditoriale.
Per questo, insieme al Ministro Orlando, abbiamo deciso di rivedere l’attuale sistema e la possibilità di introdurre un regime più agile allineato alle prassi europee.
o L’azione di semplificazione dovrà riguardare anche il difficile tema della riconversione produttiva delle aree industriali inquinate. La lentezza delle procedure di autorizzazione ambientale ha bloccato investimenti in molte aree a storica vocazione industriale, compromettendone la tenuta occupazionale.
Il risanamento e il recupero di queste aree è una priorità del mio Dicastero. Abbiamo recentemente pubblicato il decreto attuativo sulle crisi industriali complesse. Si tratta di una base per avviare, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e con le Regioni interessate, un grande piano di bonifiche indirizzato al riuso a fini produttivi del territorio. Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 11
Liberalizzazioni
Un potente stimolo all’innovazione e alla competitività del Sistema Paese è costituito inoltre dalle politiche per la concorrenza. Gli interventi sulle liberalizzazioni dovranno essere ampliati ad alcuni settori chiave, in modo da generare effetti positivi estesi all’intero sistema produttivo.
In tale quadro dovrà essere dato un nuovo impulso all’attuazione delle norme di principio recentemente approvate dal Parlamento in materia di tutela della libertà di iniziativa economica e alle connesse sperimentazioni avviate in vari ambiti regionali.
In questa fase ci concentreremo, in particolare:
o sul settore dell’energia elettrica e del gas, che necessita di misure di completamento dell’imponente processo di apertura dei mercati degli ultimi anni;
o sul settore assicurativo, dove è necessario dare concreta attuazione ai recenti provvedimenti di legge per l’incremento della concorrenza nel settore della RC Auto e della distribuzione assicurativa.
In una situazione difficile per le famiglie italiane, le politiche pro concorrenza e di tutela del consumatore possono contribuire a ridurre i costi della bolletta energetica e dell’assicurazione auto: un aiuto importante per milioni di cittadini.
o Ci concentreremo, inoltre, sul settore immobiliare, al fine di incrementare l’offerta e favorire nuovi investimenti in un settore in profonda crisi, intendiamo eliminare alcuni elementi di rigidità che riguardano le locazioni a uso non abitativo, allineando la normativa italiana a quella europea e consentendo maggiore libertà contrattuale fra le parti.
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Le politiche per la concorrenza dovranno essere perseguite mediante un migliore raccordo della nostra normativa con quella europea e attraverso una maggiore tutela dei diritti dei consumatori.
Energia
Per rilanciare le nostre imprese occorre metterle nelle stesse condizioni delle loro concorrenti europee.
Questo significa intervenire tanto sul nostro sistema di norme e regolamenti, riducendo i costi della burocrazia, quanto allineare il costo dell’energia su livelli più competitivi.
La rivoluzione dello shale gas rischia di mettere il nostro sistema produttivo in condizioni di ulteriore svantaggio.
La linea da seguire è in gran parte tracciata: è stata recentemente definita una Strategia Energetica Nazionale con obiettivi e priorità chiare, che condividiamo.
Si tratta ora di accelerare sulle misure concrete per raggiungere gli obiettivi prefissati, così da ridurre il nostro gap di costo.
o Per quanto riguarda, in particolare, il gas, la priorità è rendere strutturale l’allineamento dei nostri prezzi a quelli europei realizzato negli ultimi mesi, evitando rischi di rimbalzo. Le principali azioni concrete sui cui concentrerò l’azione del Ministero sono:
l’accelerazione del mercato a termine, in modo da rendere pienamente efficiente e competitivo il mercato del gas e dare strumenti moderni di copertura alle aziende industriali;
l’integrazione con i mercati europei, in particolare con regole di interscambio con il Nord Europa che siano veramente semplici e fluide per gli operatori;
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il rafforzamento delle infrastrutture, con alcuni interventi mirati e selettivi per rafforzare la diversificazione e la competitività del nostro mercato: penso ad alcuni impianti di rigassificazione e di stoccaggio e al Corridoio Sud, per il quale scommettiamo su una vittoria della rotta italiana.
o Sul fronte del mercato elettrico un recente decreto del mio Ministero ha rivisto il concetto di settore energivoro, razionalizzando e ampliando lo sconto sugli “oneri di sistema”.
Lo sconto vale circa 600 milioni sulla bolletta energetica e interessa 7/8 mila realtà industriali medio piccole con forte esposizione alla concorrenza internazionale.
Si tratta di una misura importante, ma è solo un primo passo necessario per ridurre il significativo gap di costo.
Adesso dobbiamo incidere sui fattori strutturali, definendo un mercato pienamente competitivo, eliminando i colli di bottiglia della rete interna, rimuovendo oneri impropri e azzerando le rendite di posizione ancora presenti. In questo senso intendiamo ad esempio rivedere gli incentivi agli impianti in regime Cip6.
Intendiamo, inoltre, accelerare sulle infrastrutture di interconnessione e sul cosiddetto “market coupling” con i mercati europei, in modo che si crei un sistema di vasi davvero comunicanti, capace di avvicinare i nostri prezzi a quelli continentali e di rendere più competitivo il nostro moderno parco centrali.
Comunicazioni
Le tecnologie della comunicazione e dell’informazione hanno contribuito negli ultimi 15 anni alla crescita del PIL europeo per oltre il 50 per cento. L’economia digitale costituisce uno straordinario volano di sviluppo Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 14
competitivo. L’Agenda digitale è dunque uno strumento di politica economica irrinunciabile per superare la crisi.
Sulle reti di comunicazione elettronica si gioca la competizione internazionale. È imprescindibile dotarsi delle infrastrutture digitali all’avanguardia: in primis le reti di comunicazione a banda larga e ultralarga capaci di supportare i servizi digitali più evoluti, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea 2020. L’obiettivo comunitario è di trarre vantaggi sostenibili da un mercato unico del digitale basato sull’internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, garantendo a tutti l’accesso a internet ad almeno 30 Mbps entro il 2020 e assicurando che almeno il 50 per cento delle famiglie europee si abboni a connessioni internet di oltre 100 Mbps.
Grazie all’importante lavoro fatto dalla cabina di regia interministeriale per la definizione dell’Agenda digitale italiana, conclusosi con l’emanazione del cd. decreto crescita 2.0 e l’avvio dell’Agenzia per l’Italia digitale, le azioni messe in campo sono molte, alcune delle quali già in dirittura d’arrivo: ci impegneremo al massimo, in stretto coordinamento con la Presidenza del Consiglio, per dare la più celere attuazione a tutti i decreti e regolamenti attuativi ancora da definire.
Mi preme qui sottolineare come il Piano nazionale Banda larga per azzerare il digital divide e il Piano nazionale banda Ultra larga siano due realtà operative, autorizzate dalla Commissione europea, fiore all’occhiello della capacità del governo nazionale e degli enti locali di cooperare positivamente per riconoscere ai cittadini quello che ormai si può definire un diritto fondamentale: l’accesso alla rete, ormai indispensabile per accrescere la conoscenza, la dimensione relazionale e le opportunità di lavoro. Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 15
L’altra risorsa chiave delle Comunicazioni e del Paese è lo spettro, ossia la porzione di frequenze utilizzate dagli operatori televisivi e di telecomunicazioni. È necessaria un’attenta operazione di liberazione, razionalizzazione e ottimizzazione per valorizzarne gli aspetti industriali per il mercato e finanziari per lo Stato. Le reti di comunicazioni sono la Rete delle Reti: alimentano tutti gli altri settori produttivi. Sul suo sviluppo sono poggiate buona parte delle aspettative di crescita dell’intero Paese.
In tal senso, tra le priorità del mio operato vi è certamente lo svolgimento dell’asta del Digital Dividend: dalla pubblicazione del bando e del disciplinare, allo svolgimento dell’asta e all’attribuzione dei diritti d’uso agli operatori di rete in coerenza con il regolamento di gara predisposto dell’AGCOM, sentita la Commissione Europea. Al fine di assicurare l’uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio, nonché per aprire il mercato di radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale a soggetti nuovi entranti, assegneremo nuovi diritti di uso per frequenze televisive nazionali tramite un’asta con offerte economiche a rilanci competitivi.
Massima sarà la mia attenzione verso il settore radiotelevisivo. So bene quanto sia importante tale settore nell’ambito dell’intera filiera produttiva italiana. Non solo per quanto riguarda le emittenti nazionali ma anche e soprattutto per le emittenti locali. Locale si deve sempre più accompagnare a parole come crescita, sviluppo, opportunità. Dobbiamo dunque sostenere al meglio tale settore che oggi incontra delle difficoltà serie: certo il mercato sta cambiando, la forza degli imprenditori deve essere quella di innovare e saper stare al passo con i tempi. Ma il Governo deve dare grande attenzione a questo settore. Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 16
Ancor più prossimo, il rinnovo del Contratto nazionale di servizio Rai 2013-2015. Sarà una grande occasione di novità e discontinuità rispetto al passato. Un testo importante che dovrà essere innovativo, ovvero capace di rispondere alle crescenti richieste del pubblico in termini di interattività, crossmedialità, inclusione, pluralismo, senza mai rinunciare alla qualità dell’offerta culturale.
Mai come in questo periodo il quadro appare in movimento e destinato a ulteriori, profondi cambiamenti che chiamano in causa la natura stessa del mezzo radiotelevisivo. Ereditiamo un primo lavoro fatto dal mio predecessore Corrado Passera: lavoro prezioso che abbiamo acquisito. Sono da cogliere tutte le opportunità offerte da tale passaggio. Opportunità che insieme al ViceMinistro Catricalà vogliamo poter cogliere innanzitutto acquisendo i preziosi consigli e indicazioni che verranno dal confronto anche formale con il Parlamento, sede naturale di un dibattito sul servizio pubblico.
Infine, voglio citare brevemente le nuove sfide nel campo dei servizi postali. Con il recepimento della Terza direttiva anche per il mercato postale è emersa la necessità di accettare le sfide derivanti dagli effetti della liberalizzazione, cogliendone le grandi opportunità ai fini dello sviluppo economico e della crescita degli operatori economici del settore.
In questo ambito, lo sviluppo della concorrenza deve però essere bilanciato dalla necessità di perseguire obiettivi di coesione generale. Nel rispetto delle competenze del regolatore di settore, metteremo mano al rinnovo del contratto di Programma con il fornitore del servizio universale Poste Italiane.
Il Contratto di programma 2012/2014 (attualmente in corso di predisposizione) dovrà essere ulteriormente utilizzato come leva ai fini Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 17
della riduzione strutturale dell’onere del servizio universale, accompagnando al contempo il processo di sviluppo della concorrenza con misure graduali capaci di promuovere la crescita dei mercati dei servizi e dei prodotti postali, favorendo la competitività degli operatori economici del settore.
Commercio estero
Un ulteriore tema centrale per rilanciare la competitività del nostro sistema produttivo riguarda il sostegno ai processi di apertura e proiezione sui mercati internazionali.
Le esportazioni sono state negli ultimi anni di crisi la principale leva di crescita dell’economia italiana: anche nel 2012, malgrado il perdurare della forte fase di recessione, le nostre esportazioni di beni e servizi sono cresciute ulteriormente del 4%, raggiungendo i 473 Miliardi di Euro e superando così il livello pre-crisi.
Data la struttura molecolare della nostra economia e le potenzialità della nostra manifattura, rimane fondamentale il supporto pubblico alla proiezione internazionale delle nostre produzioni.
o L’Italia si è recentemente dotata di un Piano Nazionale per l’Export per incrementare il valore delle nostre esportazioni e il numero delle imprese esportatrici e orientare maggiormente i flussi verso i mercati più dinamici.
Sono obiettivi alla nostra portata su cui, con il supporto del ViceMinistro Calenda, daremo concreta attuazione, intensificando anche il lavoro di coordinamento all’interno della Cabina di Regia per mettere maggiormente in trazione il sistema di supporto all’export.
o Di pari passo è indispensabile agire su un’ulteriore razionalizzazione e concentrazione delle attività e risorse di promozione sull’Agenzia ICE, in modo da assicurare un’adeguata
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“massa critica”, rendendola al contempo più efficiente dal punto di vista operativo.
È inoltre di assoluta importanza strategica l’aumento dei fondi per il supporto all’internazionalizzazione delle nostre imprese, oggi largamente inferiori a quelli messi a disposizione dai principali paesi esportatori. Questo favorirà anche una nuova opera di accompagnamento istituzionale che metteremo in campo per supportare le nostre imprese sui mercati internazionali.
o Ci impegneremo per l’immediata attivazione dei nuovi strumenti di supporto finanziario all’Export, forniti da Sace e Simest, secondo il piano sviluppato da Cassa Depositi e Prestiti. Il piano permetterebbe di attivare a costo zero importanti risorse per finanziare e garantire l’export italiano, con una maggiore attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese.
o È venuto infine il tempo di dotare il nostro Paese di una finestra unica di accesso ai mercati internazionali, capace di semplificare e soprattutto di accelerare i tempi e ridurre i costi legati alle procedure per l’importazione e l’esportazione delle merci. Esistono ancora diversi vincoli non tariffari che rendono troppo complicate, lunghe e onerose molte procedure di sdoganamento. Per superare i vincoli all’export in vari settori è necessario riattivare il Gruppo di lavoro per il “superamento delle barriere non tariffarie” che al MiSE associa Ministero degli Affari Esteri, Min. Salute, Min. Politiche Agricole, Agenzia delle Dogane, Agenzia ICE.
o Inoltre, metteremo a regime, in tempi rapidi, il nuovo Desk Italia per l’attrazione degli investimenti dall’estero, lanciando un programma di mappatura e ingaggio degli investitori internazionali.
o Expo 2015 può essere una grande occasione di rilancio e promozione del sistema produttivo italiano, del nostro turismo, della
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nostra immagine nel mondo. Abbiamo dunque l’obbligo di dare tutti il massimo, ciascuno per le proprie competenze, per la migliore riuscita di questa manifestazione di caratura internazionale.
o Appaiono, infine, di assoluta rilevanza strategica i negoziati sull’accordo di libero scambio tra UE ed USA (cd. TTIP). Un accordo in grado di portare straordinari benefici alle nostre imprese sia in termini di incremento dell’export, sia per il ravvicinamento delle regole e degli standard. Notevole sarà il contributo in termini di crescita (si stima che il PIL europeo possa aumentare circa dello 0,4% medio annuo) e quindi di occupazione. Questo accordo permetterà un accesso preferenziale negli USA non solo di nostri beni e servizi, ma anche sul mercato degli appalti, con maggiore protezione della proprietà intellettuale e degli investimenti.
Poiché il negoziato potrebbe concludersi durante la Presidenza italiana (secondo semestre 2014), il nostro Paese ne presidierà l’andamento con una grande attenzione, evidenziando gli interessi di tutti i nostri settori economici.
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Presidente Epifani, Presidente Mucchetti, onorevoli e senatori,
spero di non essermi dilungato troppo su queste che sono le prime linee guida del mio Ministero sulle quali avremo modo di confrontarci in futuro insieme alle vostre Commissioni.
Non possiamo prescindere da un proficuo lavoro di collaborazione con il Parlamento per definire gli interventi normativi in grado di sbloccare la crescita nei tempi più rapidi possibili. Tutti i suggerimenti, le critiche (spero costruttive) e le idee che riceveremo dal lavoro con le Commissioni parlamentari saranno non solo graditi ma preziosi e non potranno che arricchire il nostro lavoro. Audizione Commissioni Attività produttive di Camera e Senato Roma, 5 giugno 2013 Spunti per il Ministro 20
Concludo qui la mia relazione, in modo da lasciare spazio ai vostri interventi.
Vi ringrazio per l’attenzione e resto a Vostra disposizione.