TEATRO ITALIA O DELL’ASSURDO

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Grillo_Renzi_Berlusconi_Alfano_SalviniPer rifare l’Italia bisogna disfare le sette” (U. Foscolo) “Faccian li Ghibellin, faccian  lor arte /sott’altro segno, ché mal segue quello / sempre chi la giustizia e lui diparte” (Dante). Non è per il gusto della citazione né per deformazione professionale (siamo stati insegnanti) che insistentemente rivanghiamo il passato e i grandi autori che l’hanno reso glorioso, ma per la verità e attualità di pensieri, critiche o sentenze di quelli sulle condizioni e meschinità di un paese straordinario che, probabilmente, non ha saputo o potuto essere normale. Sempre litigioso e fazioso, governato o dominato da una classe politica che ha distorto, strumentalizzato, deviato la politica. Forse perché “In cuore di ogni italiano c’è un poco di guerra civile” (Massimo D’Azeglio). Francesco Crispi diceva che “l’Italia è il paese delle fazioni ”. Un paese, aggiungiamo noi, dove la politica è stata ed è “incolta”, la cultura “impolitica”. Dove la democrazia, il civismo e il senso della collettività sono stati sempre latenti o in letargo, un’approssimazione. Una caratteristica, questa, da sempre riaffermata. Montanelli diceva che l’Italia è il paese del nulla, dove prevale l’inutile. E’ vero: Salvini, Grillo, le riforme mai concretizzate, l’insostenibile inutilità della televisione tra cucine, arene dominate dallo  starnazzamento, duopoli e spartizioni di varia natura. Che altro manca? Un Duce, ovviamente diverso da Renzi.

RONCONI, GENIO E REGOLATEZZA

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Luca_RonconiAbbiamo scritto recentemente della non più procrastinabile circostanza di intonare un requiem per l’Italia. “Un requiem italiano”, alla stregua di quelli di Brahms (Ein Deutsches Requiem) e di K. Weill (Berliner Requiem), entrambi squisitamente laici; due profonde riflessioni sulla morte destinate ai vivi; nel nostro caso, sulla morte di ogni etica e morale, della civiltà di un paese quasi cadavere. Per il quale il teatro come la cultura e i beni culturali da troppo tempo oramai valgono poco più di zero. Dove si chiudono i teatri: un paese senza il teatro non è un paese civile. Con la scomparsa di un grande Maestro quale è stato -e rimarrà- Luca Ronconi, non sembra fuori luogo pensare ad un requiem, assolutamente laico, per il teatro italiano, da lui incarnato e nobilitato nel corso della sua folgorante carriera. Lui e Strehler, diversi per temperamento e scelte artistiche, sono stati indiscutibilmente i più grandi Maestri del teatro nazionale ed europeo, le glorie del Piccolo Teatro di Milano.

UN REQUIEM ITALIANO

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Italia_luttoJ. Brahms compose  “Ein Deutsches Requiem” (Un Requiem Tedesco, 1866-68, testi dalla Bibbia nella traduzione di Lutero); un requiem decisamente laico, di consolazione e memento per i vivi più che per i defunti; una meditazione esistenziale. Altrettanto dicasi per il “Berliner Requiem” (Requiem per Berlino) di Kurt Weill, composto nel 1928 in memoria della fine della prima guerra mondiale e, soprattutto, dell’assassinio di Rosa Luxemburg, lieder del movimento spartakista, uccisa da un’organizzazione paramilitare di destra (il corpo fu gettato in un canale e ritrovato diversi giorni dopo). “…Abbiamo tentato di dire quello che gli abitanti di una grande città sentono a proposito della morte ispirandoci a dei canti e/o iscrizioni funebri, targhe commemorative. Praticamente un Requiem profano”(K. Weill). I testi delle parti corali sono tratti dalle “Hauspostille”(Libro delle devozioni domestiche) di B. Brecht, di ispirazione luterana (i Lieder).

DUE NOTE (STONATE)

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

  • IL  RE  SOLE

Renzi-reCon un occhio ridiamo, con l’altro  piangiamo a sentire della  “deriva autoritaria” e quindi del pericolo dittatoriale derivante da Renzi. Come se Berlusconi, a confronto, sia stato l’angelo della democrazia nonostante i conclamati misfatti, colpi di mano, arroganza ed abuso del potere,da politici e gente comune oggi dimenticati. E’ proprio vero che l’Italia e gli italiani hanno la memoria corta; che gli sguardi nostalgici al passato valgono solo a garantire loro che la terra sia ferma come se Copernico non fosse mai esistito; che a sovrintenderla sia un sovrano autorevole ed autoritario purché di destra o fascista. Renzi “solare”, cioè equiparabile al Re Sole?  Magari! Se non altro avremmo l’illusione di un’età dell’oro (non importa se “oro di Bologna che si fa nero per la vergogna”!)  Ad onor del vero, non poche sono le corrispondenze tra la politica interna ed estera di quel re e Matteo Renzi il quale, però, benché proceda dritto ed a gamba tesa, non riesce ad orientare l’ago della bussola. Non è un politico incallito, per ora ancora “sperimentale”, forse d’avanguardia. Come tutte le avanguardie, all’inizio, disturbante e inconcludente, nel prosieguo si spera non inutile. Un Principe in sordina rispetto al modello machiavelliano, né volpe né leone, più credibilmente un Veltro (cane), che auspichiamo faccia finalmente “morir con doglia” Berlusconi e tutta “la compagnia malvagia e scempia”.

Ansa

SKY TG24

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