Il Partito Democratico dell Provincia di Latina organizza un incontro per la presentazione della bozza del documento provinciale: “Verso la conferenza Programmatica provinciale del PD Latina”. Parteciperà in veste di commissario del PD Lazio, il sen. Vannino Chiti.
Di seguito l’abstract del documento che domani verrà presentato:
Premessa: Questo documento non ha alcuna pretesa di esaustività, in quanto era chiaro fin dall’inizio che doveva rappresentare solo un primo canovaccio: alcune piste di lettura e considerazioni, utili a formare una traccia iniziale. Le ragioni metodologiche di questa scelta sono strettamente connesse con l’idea che la relazione finale dovrà scaturire da un confronto allargato, sia all’interno del Partito che nelle Associazioni categoriali e nelle istanze organizzate della società civile. Solo da questo confronto può nascere un documento largamente condiviso dai dirigenti e militanti del PD; tale condivisione, frutto di un percorso di confronto ed intreccio della diversità di voci ed opinioni, rappresenterà un punto di forza nel rapporto con la comunità provinciale. Più serrato sarà il confronto, più ricca la pluralità dei contributi, più aspre le critiche, migliore sarà il risultato finale del documento programmatico, poiché nella sua redazione ultima testimonierà l’intelligenza e la passione del dibattito che ha accompagnato la sua comune costruzione.
L’impegno politico: Dal distacco che sembrava insanabile tra una politica (sorda ed autoreferenziale) ed una società (disillusa, rassegnata e vuota di valori), in pochi mesi è ricomparso il tempo dell’impegno, della partecipazione, della voglia di cambiamento: la verità è che esso era solo sopìto (attendeva le occasioni ed i segnali giusti), ma anche il suo ritorno è solo precario (come tutto oggi). E’ impegno di tutti, ma in modo particolare di chi è politicamente esposto, aiutarlo a crescere e radicarsi: prima con l’attenzione continua verso le istanze della società, poi con il rigore dei comportamenti e infine con l’offerta di un progetto di rilancio economico e sociale che risponda in modo credibile alle sfide portateci dalla globalità, dalla complessità e dalle frammentazioni egoistiche. Una semplice ma fondamentale chiave di lettura del percorso della comunità locale, dal dopoguerra ad oggi, ci mostra come per oltre quarant’anni eravamo cresciuti (sotto il profilo economico, sociale e culturale) sempre nel segno dell’apertura: verso lavoratori di ogni provenienza, verso quadri tecnici e dirigenziali, verso capitali e imprese, verso nuovi modelli di pensiero e di comportamento. Negli ultimi vent’anni, invece, l’impreparazione di fronte alla crisi ed ai cambiamenti richiesti dal mondo globalizzato ci ha indotti a rinserrarci nella difesa del piccolo benessere e dei piccoli assetti appena raggiunti: quest’ansia di sicurezze ha portato al governo (anche locale) la destra della fede nel passato, delle rassicurazioni, dell’autarchia, dei progetti faraonici; in una parola della chiusura più totale. Chiudersi e fermarsi è sempre stato negativo; in un mondo in cui cadono tutti i muri e le frontiere, si è rivelato disastroso. Certo, la società attuale è complessa ed i suoi problemi intricati e difficili; ma proprio la complessità socio-economica è la sfida che abbiamo di fronte, il gioco cui siamo chiamati. E possiamo vincerlo solo in campo aperto. In questo quadro, è un atto essenzialmente politico la difesa della legalità, contro ogni forma di criminalità e di comportamento illecito, nella vita quotidiana e soprattutto nelle Istituzioni. Anche in questo caso, di fronte alle pesanti infiltrazioni malavitose ed alla diffusa microcriminalità, non possiamo rispondere con strumentali arroccamenti, ma con l’attenta riflessione, con il confronto aperto e con l’esemplarità di comportamenti, in tutti gli ambiti. Dare spazio al nuovo desiderio di partecipazione può essere una risposta attiva anche alle esigenze collettive in tema di sicurezza.
L’economia: dalla crisi al rilancio – Gli ultimi due anni confermano che la crisi del sistema economico è tanto profonda da aver minato anche i comparti tradizionalmente affidabili. L’agricoltura, ancora solida e tecnicamente d’avanguardia, è fortemente minata da problemi di mercato, di costi e remuneratività; l’industria continua a perdere migliaia di occupati e interi rami produttivi (con disagi anche in settori ieri di punta, come il farmaceutico e la cantieristica); il commercio è dominato dalla grande distribuzione, con crollo degli esercizi di vicinato; il turismo (tranne rari episodi) è dequalificato ed estremamente stagionalizzato; gli altri servizi hanno scarso peso e, specie quelli pubblici, livelli insoddisfacenti. Ciò che maggiormente preoccupa, però, è l’assenza di un progetto complessivo e di chiari indirizzi di settore: la destra al governo non affaccia alcuna idea percorribile (salvo qualche iniziativa faraonica, subito abortita) e distrugge i rapporti costruiti nel tempo; probabilmente perché la condizione di disagio e di isolamento è funzionale alle proprie fortune politiche fondate sul clientelismo ed il provincialismo. Alla favola dei progetti miracolistici (che in pochi colpi risolverebbero ogni problema), contrapponiamo un percorso complessivo e integrato, che mira a cambiare nel profondo gli atteggiamenti sociali, ma che procede per passi concreti, fattibili e condivisi. Una proposta al passo con i tempi perché tende alla necessaria conciliazione del globale col locale. Per il globale, si punta nell’immediato sulle reti telematiche, sui rapporti più stretti (ma di pari dignità) con Roma, sul migliore utilizzo di ferrovia e porti, sul rischio dell’apertura al mondo. Nel locale (non potendo competere sul piano dei costi e delle produzioni di massa), si punta sulla qualità dei prodotti (marchio pontino) e sulle risorse dl territorio, con un’ampia serie di interventi in tutti i campi: molti già presentati nel documento preparatorio e altri che scaturiranno dal confronto oggi aperto. Con questa strategia vogliamo avviare nell’immediato un fattibile progetto di rilancio e creare nel tempo le basi per una crescita più solida e più partecipata di tutta la comunità.
Il ritorno al territorio: Il territorio è elemento essenziale nella nostra visione dello sviluppo provinciale: un territorio molto ristretto, ricco di eccellenze e densamente popolato. Per questo, non ne va più sprecato o danneggiato un metro né una risorsa In un confronto sistematico con tutte le Amministrazioni locali, vanno individuate e studiate tutte le risorse (storiche, culturali, naturalistiche) per un progetto integrato, sia di recupero ai fini della fruizione pubblica e di un turismo virtuoso sia ai fini della sana ricostituzione di una identità collettiva. Una assennata politica per il risparmio energetico, per le fonti rinnovabili e per il ciclo dell’acqua e dei rifiuti, oltre che per una diversa gestione delle Aziende pubbliche e parapubbliche nel settore, sono i necessari tasselli di questo percorso. Un cenno a parte merita il problema delle infrastrutture: esse sono indispensabili per la nostra area, ormai fisicamente isolata, ma troppi anni si sono persi in inutili diatribe e troppi ne occorrono per la loro realizzazione (per la quale comunque bisogna battersi con forza). Per l’immediato, preferiamo puntare (oltre che sulle reti telematiche): su un nostro ruolo attivo nella gestione della tratta ferroviaria Roma-Minturno e sulle sue diramazioni in metro-leggere (quelle vere, non la bufala di Latina); sul rilancio del porto di Gaeta e sugli approdi turistici; sul rapido completamento delle opere già avviate o finanziate; sulla manutenzione continua e sulla messa in sicurezza delle strutture esistenti.I servizi e le risorse della società – Una proposta che privilegia la qualità della vita non può prescindere dal tema essenziale dei servizi civili, della cultura diffusa, dell’impegno nel sociale.Dai dati ufficiali sulle imprese pontine, appare una prepotente e continua espansione delle ditte nei servizi. Per la gran parte, si tratta però di agenzie immobiliari e di intermediari finanziari: cioè, i canali dedicati (insieme all’edilizia palazzinara) a congelare i risparmi delle famiglie o gli investimenti malavitosi. Di servizi innovativi o di alta qualità per le imprese c’è poco o nulla. Altrettanto desolante è il quadro dei servizi pubblici, dove si procede solo grazie all’impegno e al sacrificio di tanti operatori (spesso ostacolati), mentre il livello complessivo è in verticale discesa. Come negli altro campi, la nostra proposta parte dalle cose più sentite e realizzabili: dagli interventi nella scuola, per il sostegno all’edilizia, alle attrezzature ed alla dignità dei docenti; da una visione dell’Università, non fotocopia ma complementare a Roma, con privilegio alle attività di ricerca applicata alle risorse locali; ad una sanità che recuperi i livelli di eccellenza che stava raggiungendo e sia soprattutto a misura delle esigenze dei cittadini, specie nella prevenzione; agli investimenti nella cultura, che elevano la società e possono offrire inaspettate opportunità di crescita anche economica. Infine, desideriamo porre in piena luce tutto un mondo solidale che esiste oltre ogni disinteresse (se non boicottaggio): quello dell’accoglienza; quello del volontariato; quello delle associazioni culturali, giovanili e sportive. E’ una vera ricchezza che, in una società che vogliamo di nuovo aperta, va preservata ed esaltata, anche quale messaggio di fiducia per il nostro futuro.