PD: ricorso in tribunale per il doppio incarico del sindaco

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. in Uncategorized

Finisce in tribunale il caso dell’incompatibilità di Giovanni Di Giorgi. Il gruppo consiliare del Partito democratico ha infatti presentato un ricorso al tribunale di Latina per chiedere l’applicazione dell’articolo 65 del Tuel, che prevede appunto la non compatibilità tra le cariche di consigliere regionale e sindaco. Intanto il primo cittadino sta cercando di ottenere chiarimenti da ore del suo partito, il Pdl, prima di mercoledì, quando in Consi- glio regionale si tornerà a discutere il punto sulla in- compatibilità del sindaco di Latina.

Ieri mattina il Partito demo- cratico ha illustrato in una conferenza stampa la decisione di presentare un ricorso al tribunale ordinario contro il doppio incarico del sindaco. «La città non ha bisogno di un sindaco part time – ha detto il capogruppo Giorgio De Marchis – Di Giorgi deve fare una scelta definitiva. Altrimenti si di- metta e torniamo a votare. Questa situazione è insoste- nibile. Non potevamo più attendere. Adesso chiediamo a un giudice di far applicare l’articolo del Tuel che impone il divieto di doppio incarico. Lo facciamo da cittadini, non da consiglieri del gruppo PD. Perché qui non si tratta di politica, ma di rispetto per la città. Questa amministrazione è ingessata dal maggio 2011, quando Di Giorgi è diventato sindaco. Da allora a oggi non è stato fatto nulla, nessun progetto, nessuna iniziativa, nessuna opera in favore della città. Si è parlato solo del doppio incarico del sindaco, con Di Giorgi che continua a sostenere di non essere costretto alle dimissioni perché non c’è ancora un pronunciamento del Tar. Una ragionamento che non sta né in cielo né in terra. A rincarare la dose ha pensato il consigliere reionale Claudio Moscardelli. «E’ ridicolo pensare che quanto è accaduto alla Pisana questa settimana sia un complotto. Di Giorgi deve rendersi conto che esistono delle regole e che queste regole vanno rispettate. Non può pensare di fare quello che gli pare. Le due cariche che ricopre sono incompatibili. Dunque, il Consiglio regionale ha semplicemente fatto la propria parte, applicando il regolamento».

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