Referendum: ecco i quesiti
Il 12 e 13 giugno, come sapete, saremo chiamati ad esprimerci sulle questioni previste dai referendum. Come promesso ecco una breve spiegazione dei quattro quesiti referendari:
I quesiti n. 1 e n. 2 riguardano l’acqua pubblica. Il primo (scheda di colore rosso) verte sulle “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica”. Barrando la casella del “sì”, l’elettore vuole abrogare l’articolo 23 bis del decreto legge 112/2008 (convertito in legge 133/2008) che stabilisce come modalità ordinaria la gestione del servizio idrico tramite privati, attraverso gara, o tramite società a capitale misto pubblico-privato all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Il secondo quesito (scheda di colore giallo) interessa la “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito”. Se vinceranno i “sì”, verrà abrogato l’articolo 154, comma 1, del decreto legislativo 152/2006 sulla “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Il comma dispone che la tariffa applicata per il servizio idrico venga determinata tenendo conto appunto della “remunerazione del capitale investito”.
Il terzo quesito (scheda di colore grigio) è sul programma nucleare. Un “papiro” che elenca un’infinità di articoli e commi e che, nella sostanza, propone l’abrogazione del decreto legge 112/2008 nella parte in cui si prevede la realizzazione sul territorio italiano di centrali nucleari.
Infine, il quesito n. 4 (scheda di colore verde chiaro) riguarda il legittimo impedimento. Il testo recita: “Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”?”. La norma che si vuole cancellare prevede che il presidente del Consiglio dei ministri possa invocare il legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale, qualora imputato, in caso di concomitante esercizio di attività legate alle funzioni di Governo. Per i ministri, costituisce legittimo impedimento l’esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni.
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