Sanitari italiani da Nobel, ma tanti fuggono all’estero
Il “corpo sanitario italiano” è stato candidato al premio Nobel per la Pace 2021. “Medici e infermieri, che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza COVID-19 con straordinaria abnegazione, molti dei quali sacrificando la propria vita per preservare quella degli altri e per contenere la diffusione della pandemia”. Così la Fondazione Gorbachev, che ha la sua attività più caratterizzante nell’organizzazione dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace, ha promosso la campagna di adesione per candidare infermieri e medici italiani al prestigioso riconoscimento.
Sicuramente qualcosa di importante a livello morale e sappiamo quanto questo conti nella vita.
Tuttavia l’immagine legata a questo articolo attraverso l’ironia dice qualcosa di importante e vero.
Gli infermieri sono stati chiamati eroi, sono e sono stati in prima linea nella lotta al Covid 19. Ma hanno gli stipendi più bassi d’Europa. E molti di loro lasciano l’Italia per lavorare all’estero.
Dove vanno? Soprattutto Germania e Regno Unito.
Non è difficile capire perché. I motivi sono semplici, primi fra tutti un contratto a tempo indeterminato con stipendi anche di 2900 euro lordi al mese, di norma più di 2000 euro netti, quando un infermiere italiano appena assunto guadagna, in media, tra i 1150 e i 1250 euro. Ma vi è di più: tirocinio linguistico spesso addirittura retribuito con alloggio a 1200 euro al mese, nessun obbligo di conoscenza della lingua tedesca all’inizio.
E non è tutto: ti pagano la formazione, ti permettono di ambientarti e di mettere a frutto le tue capacità, ti permettono di crescere. E poi si parla di condizioni lavorative che in Italia sembrano una chimera: aggiornamento professionale costante durante l’anno e poi iniziative collaterali gratificanti dal punto di vista umano, premi produttività.
Insomma valorizzazione dell’aspetto professionale ma non solo.
Non sarà forse tutto oro quello che luccica ma vista la situazione della sanità italiana, ci mettiamo nei panni di un giovane trentenne, infermiere già con una buona esperienza e spesso precario: facendo il paragone ci vuole poco a convincersi a preparare i bagagli.
In Italia ci sono 39 medici ogni 10mila residenti, un numero sensibilmente inferiore a quello della Germania, che ne conta 42,5. Ma è persino più sfavorevole il confronto con il personale infermieristico: 58 per 10mila residenti contro 129 in Germania. Le retribuzioni degli infermieri non subiscono grosse e sostanziali variazioni da anni. Nel corso della carriera la retribuzione aumenta di poco a seconda dell’età e delle mansioni più o meno rischiose.
In Germania e Regno Unito lo stipendio medio è di circa 2.500 euro, 1.000 in più rispetto all’Italia, la media europea si attesta intorno ai 1.900 euro.
A questa situazione bisogna mettere mano urgentemente.
Tags: Alessandro Cozzolino, energia democratica, infermieri, italia, Latina, medici, nobel, pd
Trackback from your site.