“Siamo noi l’ ultima chance per la città”
Di MARIANNA VICINANZA
Ci sono molte facce nuove in questa campagna elettorale ma c’è anche chi era un volto inedito nel 2011 nell’opposizione e si è fatto notare nella scorsa consiliatura grazie a solidità e buon senso nei molti momenti critici vissuti nel contrastare la corrazzata Di Giorgi. Uno di questi è Alessandro Cozzolino, l’enfant prodige del Pd diventato nel giro di due anni da semisconosciuto e ultimo degli eletti a capogruppo al posto di Giorgio De Marchis e tra gli esponenti di punta del percorso che ha portato il Pd a sfiduciare l’ex sindaco. Ventinove anni da compiere, non ha scelto la fuga come molti giovani ma è rimasto a Latina per il desiderio di cambiarla – dice – “una scelta tra mille difficoltà lavorative” che è diventata anche impegno politico nella direzione della volontà di vedere crescere la città nel segno delle sue vocazioni e non schiava eterna di un mancato sviluppo.
Lei si presenta per la seconda volta in un quadro politico frammentato e molto diverso rispetto al 2011. Cosa è cambiato da allora?
E’ cambiato innanzitutto il quadro politico provinciale, regionale e nazionale. C’è Renzi al governo, in Regione Zingaretti e alla Provincia non c’è più un uomo diretta emanazione di Fazzone come Cusani ma c’è Eleonora Della Penna che è una espressione civica ma nella cui elezione il Pd ha giocato un ruolo fondamentale. A livello comunale credo che l’opposizione in questi quattro anni abbia giocato un ruolo fondamentale. Il Pd si è riuscito a inserirsi nelle divisioni della maggioranza amplificandole e creando i presupposti perché il centrodestra si presentasse spaccato.
E a livello personale come affronta questa seconda volta? Nella sua campagna elettorale percepisce questa voglia di cambiamento e cosa vi chiede la gente?
C’è sicuramente da parte mia una maggiore consapevolezza della situazione in cui versa il Comune e competenza nell’affrontare determinate situazioni. Stavolta mi propongo in abbinamento con Cinzia Romano e il suo nome rafforza ancora di più il mio impegno nella direzione comune di proporre una svolta sui temi della città. Cosa ci chiede la gente? Di essere diversi da loro. Ci sono tanti elettori che sto incontrando che hanno votato Di Giorgi e che ora vogliono dare fiducia al Pd.
Lei aveva sostenuto Galante alle primarie che – disse – doveva allargare alla società civile, che doveva rappresentare il cambiamento. Forte è riuscito in questo?
Enrico è il candidato di tutti e lo hanno certificato le primarie, siamo convinti che sia la scelta migliore. D’altronde il fatto che ci sia una particolare attenzione verso le civiche è indubbio. Enrico ha dalla sua una grande capacità amministrativa, è la persona più competente ed idonea a svolgere questo ruolo tra i candidati. Professionalità e competenza nella situazione in cui versa Latina sono aspetti fondamentali.
Lei ha criticato il rinnovamento che molti nel centrodestra propongono. Crede che questa città sia matura per cambiare davvero?
Quelli che fino ad oggi hanno governato invece di dirci cosa hanno fatto di buono ci hanno detto che saranno interpreti di un cambiamento ammettendo implicitamente di aver fallito prima. Calandrini scarica la colpa a Forza Italia mentre Di Matteo fa la stessa cosa con Fratelli d’Italia. La gente al di là delle bandiere politiche ha capito che questo è l’ultimo appello, l’utima chance che ha la città.
Lei è un renziano convinto, crede che quello sta facendo il premier possa trainare il voto anche su Latina nonostante le critiche che non mancano mai al governo?
Il governo sta facendo quello che in tanti anni è stato solo annunciato e non è stato mai fatto. La riforma costituzionale con il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione dei senatori, la modifica del titolo quinto, investe riforme strutturali che vanno spiegate bene ai cittadini perché andranno a snellire diverse procedure e influiranno sulla vita dei cittadini. Poi fino a che le critiche al governo sono quelle di Salvini…
Ovvero?
Salvini è capace di venire a Latina e fare solo proposte demagogiche, dice che bisogna privilegiare gli italiani e fermare gli ingressi di immigrati senza sapere che il suo candidato sindaco fa parte di un partito che ha esponenti di primo piano in rapporti con famiglie nomadi finite in inchieste delicate come è risultato anche dalle intercettazioni e dagli atti di indagine.
Veniamo al Pd. C’è stata una polemica sugli scrutatori e c’è chi si è messo in contrasto con il partito come i Carnevale, non crede che sia l’ennesimo segno di certi attriti interni che potrebbero anche minare una eventuale maggioranza?
Gli scrutatori per molti anni sono stati nominati e se c’è stato questo ragionamento interno del sorteggio è stato perché il gruppo consiliare del Pd ha avuto il merito di portare avanti questa posizione. Entrambe le posizioni, nomina e sorteggio sono legittime, forse la cosa doveva essere gestita meglio ma non credo ci siano frizioni di visione politica o su grandi temi amministrativi della città. Succede che ci siano distinguo nella linea politica ma credo che prevarrà il buon senso nel governo della città sui temi nevralgici.
Nicola Calandrini ha parlato di 110 milioni di debiti contratti dal Comune come un’eredita’ degli anni ’90 delle giunte di centrosinistra dove c’erano Forte e Lecce. Che ne pensa?
La cosa mi fa ridere, loro stanno al Governo della città ininterrottamente da quando io avevo sette anni. In 21 anni le responsabilità sono solo loro e dei debiti contratti su Terme, metropolitana, Slm, cimitero, cittadella giudiziaria. Sono cambiali lasciate alla città di una destra impresentabile che fa la morale agli altri. Calandrini ha detto che non avrà più traditori e preferisce rischiare piuttosto che trovarsi sfiduciato. Lui si dovrebbe ricordare che lui venne additato come traditore con il suo gruppo quando cadde Zaccheo e che tornò con il cappello in mano da Fazzone per tornare tutti insieme.
Calvi, Nicola Calandrini, Tripodi, Chiarato e Sovrani. Un commento per ognuna di queste candidature.
E’ lo stesso per tutti. Sono l’espressione di un fallimento di governo, si ricandidano divisi dando ognuno la colpa all’altro. Tutti dicono che c’è stato un fallimento ma la loro linea politica è dire: io non c’entro. Aggiungerei che Calandrini ha detto che la Regione non aveva stanziato soldi per il territorio mentre sono state realizzate opere importanti come il sottopasso in Q4 e Q5 o il multipiano allo Scalo mentre i soldi stanziati dalle giunte di centrosinistra sono stati persi per l’incapacità di chi ha amministrato: basti pensare ai soldi per la scuola di via Cimarosa e ai milioni di euro per realizzare la casa della Musica.
Credete nella proposta di rinnovamento di Latina Bene Comune e la temete?
Come Pd non temiamo nessuno ma sicuramente è una realtà espressione migliore di un’alternativa rispetto alla destra che ha governato fino ad oggi. Penso però che non abbiano una conoscenza tale del Comune che consenta loro di riuscire a risolvere i moltissimi problemi in cui versa la città. Il Pd è l’unica scelta possibile.
Tags: Alessandro Cozzolino, Giornale di Latina, intervista
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