Posts Tagged ‘Giorgio Maulucci’

Una città perennemente di serie B. Di G. Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

serie_B_Latina“Aufstieg und fall der Stadt Mahagonny”  (Ascesa e rovina della città di Mahanonny) è il titolo di una delle opere più belle  -testualmente e musicalmente- di B. Brecht, anno 1929. Mahagonny è una città immaginaria, una specie di paese di bengodi dove tutto è ammesso; un pantano di corruzione e prostituzione varia, dalle puttane di mestiere  ai puttanieri, dai camorristi ai truffatori  di ogni risma. Brecht, da autentico tedesco, era un attento lettore della Bibbia e quindi non poteva esimersi dal far precipitare sulla capitale del vizio (Mahagonny) la dura punizione biblica. L’opera ci veniva in mente a proposito della perdita dell’ultima occasione sportiva –la serie A-  di  Latina. Che  in fatto di iniquità, traffici e malaffare non  è che una delle tante città italiane (tutte?), magari con qualche sottrazione per merito delle (insolite) persone perbene ovunque perdenti. Riflettevamo proprio  sul progresso sociale, umano e politico della città negli ultimi decenni, sempre in bilico tra una resistibile, presunta “ascesa” e una costante, avvilente “caduta”  in  stagnante palude. Da più parti, infatti, ci si continua a chiedere perché mai  questa città, dopo il consolidato “rodaggio”(città di fondazione), stenti a decollare nonostante le tante energie positive giovani e meno giovani, le professionalità  e  gli affermati talenti; le iniziative pregevoli e siti ambientali o urbani sicuramente attraenti.

Attenti al Grillo! Di Giorgio Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

++ GRILLO,SARA'VIETATO ANDARE TALK SHOW RAI-MEDIASET-LA 7 ++Il Grillo furioso non dovrebbe più far paura poiché gli si sono staccate le  “corde”. Il  suo alter ego – un funesto pipistrello- , invece, è da tenere sotto controllo. La coppia sta forse scoppiando, ma sa che deve salvare  il vincolo e con esso la stirpe. Che paventa l’estinzione.  Dei fatti ultimi siamo tutti informati, non sta a noi perciò fare sofisticate analisi in merito. Chi ci legge da tempo ricorderà tutti gli epiteti e appellativi  spregiativi più svariati affibbiati al soggetto e compagno in causa. Non ci ripeteremo. Ci preme ribadire che il personaggio perverso com’è, non è davvero affidabile come persona e tanto meno come politico.  Vivaddio  è giunto per lui il momento di affrontare Ercolino (Renzi), che compirà  l’ennesima sua fatica  costringendolo a gettare la spugna sul ring della politica. Finora lui e i suoi masnadieri stellati avrebbero preteso di lottare in zona franca anziché misurarsi in  un match istituzionale. Politici si può diventare (come anche lottatori), ma se privi delle richieste  abilità e professionalità si finisce col fare le capriole. Quando si dice che questo o quello è un politico nato significa che oltre all’esperienza (da acquisire), egli possiede il fiuto e il senso del fare politica. Renzi ne è un esemplare.

L’Italia vince cantando. Di G. Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

mina-selfie-maulucciL’Italia ha vinto con l’Inghilterra. Ancora una volta esultiamo non solo per la magnifica affermazione, ma anche perché abbiamo veramente bisogno di una “purga” rinfrescante dopo tutto il malloppo di lordure che ci travolge. ”La palla è rotonda” canta Mina, ma anche di gomma (dura), come l’Italia stessa. Che non si smuove salvo che il benemerito Renzi non sferri una energica zampata all’itala gomma. Prima di proseguire nelle nostre esplorazioni politico-scandalistiche, approfittando del nirvana calcistico, ci concediamo una vacanza intellettuale con una icona assolutamente italiana, Mina, ad ascoltare la quale capiamo sempre di più che noi siamo davvero  il paese della musica, del melodramma per antonomasia  (San Remo non c’entra), ma capiamo anche che questo paese -i politici- non ha ancora capito che la finzione e la cartapesta appartengono al teatro, quello vero. Nella realtà il melodramma sortisce effetti ora patetici ora inauditi. Ne riparliamo a proposito di certi scandali nostrani. Intanto “ecco a voi…Mina!”

Di lei tutto è stato detto, di tutto abbiamo detto, scritto, parlato  (trasmissione radio libera, tanti anni fa). Riteniamo di avere almeno l’80% dei suoi dischi, dalle origini in poi. Nell’ ultimo decennio ha cominciato a ripetersi pur sempre con l’arte e la vocalità insuperabili che continuano a contraddistinguerla.

La scuola dei somari. Di Giorgio Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

Beata_ignoranza_GelminiSiamo gli ultimi in graduatoria, non c’è da stupirsi. Nella graduatoria dei popoli civili, ovviamente anche nella scuola. Dove  i somari non sono gli alunni e neppure gli insegnanti benché, nella media,  “difettosi” come il sistema li vuole. Somari sono stati –e sono ancora- i politici e uomini di governo. Con loro quasi tutti i ministri della Pubblica Istruzione (M.P.I.), berlusconianamente neonominato MIUR (con subdola  soppressione di “pubblica”). Ironia della sorte: le riforme più concrete la nostra scuola le ha fatte sulle sigle e denominazioni!  Tra i più somari e deleteri dei ministri rimarrà la Gelmini, in assoluto la peggiore della storia, che ha spazzato via demenzialmente le positive innovazioni introdotte con/dalle sperimentazioni (la più seria ed efficace quella concertata dalla commissione presieduta da B.Brocca) e  l’autonomia. Preceduta dalla Moratti, a confronto persona intelligente ma del tutto estranea alla cosa scolastica. Scuola e cultura in Italia hanno sempre sofferto di incuria o approssimazione. Noi italiani “discendenti” di Enea (Latium vetus), depositari della grande tradizione dell’Umanesimo e Rinascimento (anche dell’Illuminismo, prevalentemente lombardo), a partire dal ‘700 siamo stati sopravanzati dalla Germania, che si proclamò ed affermò come la nuova Atene. “ E la giovane aquila a voce alta / chiamò Germania: <Sei tu la Prescelta, / o tutta amore, e diventi forte /perché portassi una pesante gioia>” (Hoelderlin, Germanien). Signora della filologia classica e del pensiero filosofico. E oggi non ci rimane che guardare con rabbia a quanti, politici e non, blaterano spudoratamente (fregandosene) del nostro patrimonio artistico come il più prezioso  al mondo; dei presunti interventi circa la tutela e salvaguardia di esso etc. Per favore, un po’ di ritegno.

Ansa

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