Posts Tagged ‘Giorgio Maulucci’

MATURITA’ ANCORA LOR VAN CERCANDO…

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maturitaMentre si continua a discutere, vanamente, della riforma scolastica, sindacati lancia in resta contro Renzi e governo, proprio loro –i sindacati- che in tanti anni non si sono mai posto il problema della riforma né della riqualificazione della scuola, della formazione e aggiornamento dei docenti né si sono sognati di alzare gli scudi contro la Moratti e la Gelmini –almeno in maniera così “rivoluzionaria”-, siamo giunti alla milionesima edizione degli….esami di Stato già di “maturità”. E’ cambiata la denominazione, comprensibilmente: la maturità non dura una vita, ad essa segue la vecchiaia e la decrepitezza! Quindi, “di Stato” visto che di esso si parla fin dalla metà dell’Ottocento (la primissima riforma dell’ordinamento scolastico firmata da Gabrio Casati, 1859-60). Fanno tenerezza questi giovani che, ci credano o no, si apprestano con una certa emozione ed apprensione ad affrontarli.

UN PENSIERO FUNESTO: SALVINI

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salviniSalvini o della saturazione ad impossibilia. Patty Pravo cantava “Pensiero stupendo”, noi siamo afflitti ed ossessionati da un pensiero funesto. Lui, l’omaccione leghista, con i marroni idealmente pendenti dai lobi a mo’ di virtuali orecchini (da pirata), in bella mostra unitamente alle sue famigerate felpe (purtroppo già fanno tendenza); che magari gli stilisti emuleranno, esaltandole, alle prossime sfilate di Pitti-Uomo. In tal caso, verrebbe “traghettato” nell’isola della moda (!). Personaggio pirandelliano suo malgrado (dubitiamo sappia di quel grande, siculo e non padano), Salvini è una maschera grottesca, quella di un “uomo dal fiele in bocca” (allusione alla commedia “L’uomo dal fiore in bocca” cioè un tumore), che sentenzia per emigranti e rom metodi ed interventi inaccettabili per debellare il cancro terribile che li attanaglia (sfruttamento, emigrazione, massimo degrado). Al quale se è obiettivamente difficile far fronte anche per le irresponsabilità dell’Europa, tuttavia non può giustificarsi la mera constatazione del problema e la liquidazione sommaria di esso.

“SAN GIOVANNI DECOLLATO”

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Di-Giorgi-ultimo-spettacoloIl celebre dipinto del Caravaggio, che gli fece guadagnare l’onorificenza dei Cavalieri di Malta (dove si trova la tela), è un paragone troppo illustre rispetto al personaggio di riferimento, il sindaco Giovanni Di Giorgi, sfiduciato dal Consiglio Comunale di Latina (PD, Forza Italia), ma basti a rendere l’idea. Sotto certi aspetti si prova per lui un sentimento analogo a quello provato per il Don Abbondio manzoniano, un sentimento misto tra la riprovazione e l’indulgenza per la sua debolezza, il suo essere e non essere. A dire il vero, all’origine, egli non era molto convinto di mollare la Regione per candidarsi a sindaco. Berlusconi, la Polverini lo forzarono e sponsorizzarono con forza. Lui cedette divenendo inevitabilmente un vaso di coccio tra le proverbiali botti di ferro. Né trionfante né consapevole si avventurò illuso di poter navigare a vista in acque tempestose ed avvelenate. Evidentemente è stato travolto dalla sua im-becillità (etimologicamente in=non-baculum=bastone: senza bastone, dunque, malfermo), dalla sua scarsa cognizione politica.

PAOLO SORRENTINO O DELL’ ETERNA GIOVINEZZA

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Youth-La-Giovinezza-Paolo-SorrentinoCon “Youth” Paolo Sorrentino ha dimostrato che il cinema italiano è entrato in un’orbita “spaziale”, si è conquistato cioè uno spazio privilegiato, quello dei grandi classici e capolavori XXI sec. Non è questione di Oscar o di Palma d’oro, ma di più. Si tratta di un’opera completa, modernissima nello stile,  nell’architettura; per l’ordito e la sceneggiatura. Una grande “commedia umana” di cui la vecchiaia è l’ultimo atto del viaggio esistenziale. Come un Balzac o un Dante  avrebbero potuto immaginarla oggi. “La grande bellezza”, metaforicamente infernale, è stato il prologo immaginifico, l’antefatto del capolavoro; “Youth-La giovinezza”, metaforicamente purgatoriale e paradisiaco, la prosecuzione in crescendo. L’uno, all’insegna della “perdizione” ovvero della dannazione di una società opulenta in disfacimento, attraverso la lente deformante di un luogo emblematicamente e moralmente deputato (Roma); l’altro, all’insegna della redenzione, del riscatto e della resa dei conti di una vita attraverso la lente della vecchiaia, che della vita è la cartina di tornasole evidenziandola in ogni variegatura, nelle sue pieghe più intime e nevralgiche.

Ansa

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