Posts Tagged ‘Giorgio Maulucci’

RONCONI, GENIO E REGOLATEZZA

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Luca_RonconiAbbiamo scritto recentemente della non più procrastinabile circostanza di intonare un requiem per l’Italia. “Un requiem italiano”, alla stregua di quelli di Brahms (Ein Deutsches Requiem) e di K. Weill (Berliner Requiem), entrambi squisitamente laici; due profonde riflessioni sulla morte destinate ai vivi; nel nostro caso, sulla morte di ogni etica e morale, della civiltà di un paese quasi cadavere. Per il quale il teatro come la cultura e i beni culturali da troppo tempo oramai valgono poco più di zero. Dove si chiudono i teatri: un paese senza il teatro non è un paese civile. Con la scomparsa di un grande Maestro quale è stato -e rimarrà- Luca Ronconi, non sembra fuori luogo pensare ad un requiem, assolutamente laico, per il teatro italiano, da lui incarnato e nobilitato nel corso della sua folgorante carriera. Lui e Strehler, diversi per temperamento e scelte artistiche, sono stati indiscutibilmente i più grandi Maestri del teatro nazionale ed europeo, le glorie del Piccolo Teatro di Milano.

UN REQUIEM ITALIANO

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Italia_luttoJ. Brahms compose  “Ein Deutsches Requiem” (Un Requiem Tedesco, 1866-68, testi dalla Bibbia nella traduzione di Lutero); un requiem decisamente laico, di consolazione e memento per i vivi più che per i defunti; una meditazione esistenziale. Altrettanto dicasi per il “Berliner Requiem” (Requiem per Berlino) di Kurt Weill, composto nel 1928 in memoria della fine della prima guerra mondiale e, soprattutto, dell’assassinio di Rosa Luxemburg, lieder del movimento spartakista, uccisa da un’organizzazione paramilitare di destra (il corpo fu gettato in un canale e ritrovato diversi giorni dopo). “…Abbiamo tentato di dire quello che gli abitanti di una grande città sentono a proposito della morte ispirandoci a dei canti e/o iscrizioni funebri, targhe commemorative. Praticamente un Requiem profano”(K. Weill). I testi delle parti corali sono tratti dalle “Hauspostille”(Libro delle devozioni domestiche) di B. Brecht, di ispirazione luterana (i Lieder).

DUE NOTE (STONATE)

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

  • IL  RE  SOLE

Renzi-reCon un occhio ridiamo, con l’altro  piangiamo a sentire della  “deriva autoritaria” e quindi del pericolo dittatoriale derivante da Renzi. Come se Berlusconi, a confronto, sia stato l’angelo della democrazia nonostante i conclamati misfatti, colpi di mano, arroganza ed abuso del potere,da politici e gente comune oggi dimenticati. E’ proprio vero che l’Italia e gli italiani hanno la memoria corta; che gli sguardi nostalgici al passato valgono solo a garantire loro che la terra sia ferma come se Copernico non fosse mai esistito; che a sovrintenderla sia un sovrano autorevole ed autoritario purché di destra o fascista. Renzi “solare”, cioè equiparabile al Re Sole?  Magari! Se non altro avremmo l’illusione di un’età dell’oro (non importa se “oro di Bologna che si fa nero per la vergogna”!)  Ad onor del vero, non poche sono le corrispondenze tra la politica interna ed estera di quel re e Matteo Renzi il quale, però, benché proceda dritto ed a gamba tesa, non riesce ad orientare l’ago della bussola. Non è un politico incallito, per ora ancora “sperimentale”, forse d’avanguardia. Come tutte le avanguardie, all’inizio, disturbante e inconcludente, nel prosieguo si spera non inutile. Un Principe in sordina rispetto al modello machiavelliano, né volpe né leone, più credibilmente un Veltro (cane), che auspichiamo faccia finalmente “morir con doglia” Berlusconi e tutta “la compagnia malvagia e scempia”.

GIANFRANCO PANNONE LEOPARDIANO “SUL VULCANO”/DVD

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

sul_vulcano(presentazione c/o La Feltrinelli di Latina, 9.02.15, ore 18.30)

“Sul Vulcano”, l’ultimo documentario di G. Pannone (2014), di fatto è un vero e proprio film sia per la sceneggiatura, che definiremmo una  scrittura “drammaturgica, sia per il respiro epico-narrativo e per il ruolo che hanno le persone intervistate, autentici personaggi popolari. Pannone è nato a Napoli. Nel ’96 realizzò “A Sud” dove aderisce palesemente alle sue origini. Questa volta, invece, è senz’altro più straniato quindi artisticamente “superiore”. Nei precedenti documentari, per esempio: “Latina-Littoria, una città” (2001), “Scorie di libertà” (2012, centrale nucleare Borgo Sabotino), “Il sol dell’avvenire” (Festival di Locarno,2008), “Ma che storia”(2010, sul Risorgimento)-, volente o no, è intellettualmente autoreferenziale o di parte, a tratti didascalico. Il Vulcano lo ha reso, invece, leopardianamente a-ideologico come se avesse subordinato l’ideologia al sentimento poetico, in linea con la visione autenticamente democratica della vita e della società del poeta recanatese; realistica del popolo napoletano, che nel film è l’interfaccia di quello italiano, vittima di un’epoca “superba e sciocca”, dell’illusione che cesseranno  privilegi e  guerre. ”….Cresci, cresci alla patria, o maschia certo /Moderna prole. All’ombra de’ tuoi velli/ Italia crescerà, crescerà tutta /Dalle foci del Tago all’Ellesponto /Europa, e il mondo poserà sicuro….” : così Leopardi, con sarcastica ironia (Palinodia al marchese Gino Capponi, Napoli, 1835).

Ansa

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