NO MOMMY
Ancora una volta ci dispiace, ma siamo stanchi di stare ai “giochi” del Festival di Cannes, che da qualche anno premia film discutibili con la pretesa di spacciarli per capolavori, per di più noiosi, pretestuosi o virtuosistici; d’avanguardia superata da un pezzo. Così è stato per la “Vita di Adele” (Abdel Kechiche, Palma d’oro 2013), “Due giorni, una notte” (Fratelli Dardenne, Premio della critica 2014), ed ora per “Mommy” (Premio della Giuria 2014), per il quale si urla al miracolo del venticinquenne regista prodigio Xavier Dolan. Largo ai giovani, sempre, ma attenzione a non considerarli prematuramente più maestri dei grandi maestri del cinema. A proposito delle onorificenze elargite a Cannes, non capiamo come mai “Winter sleep” del turco Ceylan (Palma d’oro 2014) anch’esso sostenuto (tre ore buone) ma, vivaddio, di pregio, sia stato sottratto al pubblico dopo appena due settimane di programmazione a Roma (una settimana al Nuovo Sacher, un’altra al Greenwich), negato ai circuiti della provincia, sparito dalla circolazione: complimenti alla distribuzione! Un film bellissimo, senza effetti sensazionali ma “socialmente utile”, intenso ed emozionante. A differenza di “Mommy”, che punta alla pancia e anche più sotto (per il peso) e perciò riservato ai palati assuefatti alle spezie e pietanze grasse. L’argomento del film è decisamente forte, una forza, però, di muscoli anziché di testa; artefatta e non d’arte.