La scuola dei somari. Di Giorgio Maulucci
Siamo gli ultimi in graduatoria, non c’è da stupirsi. Nella graduatoria dei popoli civili, ovviamente anche nella scuola. Dove i somari non sono gli alunni e neppure gli insegnanti benché, nella media, “difettosi” come il sistema li vuole. Somari sono stati –e sono ancora- i politici e uomini di governo. Con loro quasi tutti i ministri della Pubblica Istruzione (M.P.I.), berlusconianamente neonominato MIUR (con subdola soppressione di “pubblica”). Ironia della sorte: le riforme più concrete la nostra scuola le ha fatte sulle sigle e denominazioni! Tra i più somari e deleteri dei ministri rimarrà la Gelmini, in assoluto la peggiore della storia, che ha spazzato via demenzialmente le positive innovazioni introdotte con/dalle sperimentazioni (la più seria ed efficace quella concertata dalla commissione presieduta da B.Brocca) e l’autonomia. Preceduta dalla Moratti, a confronto persona intelligente ma del tutto estranea alla cosa scolastica. Scuola e cultura in Italia hanno sempre sofferto di incuria o approssimazione. Noi italiani “discendenti” di Enea (Latium vetus), depositari della grande tradizione dell’Umanesimo e Rinascimento (anche dell’Illuminismo, prevalentemente lombardo), a partire dal ‘700 siamo stati sopravanzati dalla Germania, che si proclamò ed affermò come la nuova Atene. “ E la giovane aquila a voce alta / chiamò Germania: <Sei tu la Prescelta, / o tutta amore, e diventi forte /perché portassi una pesante gioia>” (Hoelderlin, Germanien). Signora della filologia classica e del pensiero filosofico. E oggi non ci rimane che guardare con rabbia a quanti, politici e non, blaterano spudoratamente (fregandosene) del nostro patrimonio artistico come il più prezioso al mondo; dei presunti interventi circa la tutela e salvaguardia di esso etc. Per favore, un po’ di ritegno.