I RESTI DI UN TEATRO (PARTE II)
(Clicca qui per leggere la parte I) Un teatro costato un occhio della testa e, si dice, la struttura più bella di tutta la provincia gestito in tal guisa. Come se nulla fosse, sul palcoscenico dell’ormai inglorioso “D’Annunzio” passava di tutto, dai saggi di danza delle scuole e scuolette locali, gratuitamente “offerti” dalla responsabile del “Valore Cultura” (pure questa si sono inventata!), la bene e sempre amata Patrizia Fanti (al cuore non si comanda!), alle rappresentazioni tra il ludico e il faceto -il teatro della “chiacchiera”(sic Pasolini) o dell’effimero-, gli “ospiti d’onore” per épater le bourgeois (a dire il vero, tra quelli di ordinanza, ce ne sono stati alcuni davvero grandi: Aznavour, la Greco, pure la Kabaiwanska, approdati, però, sotto altra bandiera). Per nostra personale “intercessione”, arrivò pure il Piccolo di Milano con “Arlecchino servitore di due padroni” (il Piccolo, di suo, non sarebbe venuto a Latina, quella fu l’unica volta, al D’Annunzio; un’altra volta, al Liceo Classico, ad un anno dalla morte di Strehler, recital con A. Jonasson e Franco Graziosi, memorabile).