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UN PICCIONE VOLA SUL CINEMA “SPAZIALE” del XXI sec.

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

un-piccione-seduto-riflette-sull-esistenza-film-svedeseI riferimenti obbligati per l’incredibile, bellissimo film dello svedese Roy Andersson,  “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza”, sono filosofici –nihilismo, esistenzialismo, cinismo-, lo humour nero, il surrealismo; segnatamente, il teatro dell’assurdo, lo straniamento brechtiano. Ogni personaggio suggerisce un “concetto” emblematico dell’esistenza: la morte, il dolore, la beffa, la delusione, l’amore facile e difficile, la violenza, il degrado, la sopraffazione. Due di essi richiamano da vicino Vladimiro ed Estragone di “Aspettando Godot” (Beckett), una sorta di clown pieni di tristezza, involontariamente comici; dei falliti di professione che si lasciano vivere. Nella vita sono rappresentanti di oggetti-giocattoli per “far ridere”, per portare allegria: solo a vederli sembrano due fantasmi o morti in vacanza, deprimenti e sconcertanti. Due presenze metafisiche, senza peso né spessore; il filo rosso che attraversa e collega i diversi “quadri”  che compongono il film; storie bislacche diverse tra loro eppure accomunate dal non senso.

Ansa

SKY TG24

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