#VistoDaFuori JOBS ACT PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. in Dai blogger

Prosegue #VistoDaFuori, la sezione del mio sito che ho deciso di dedicare a quei ragazzi che sono partiti da Latina e che ora vivono in altri luoghi del Paese o molto più spesso del mondo. Dopo il primo spunto di riflessione che ci ha dato Giulio da Bratislava Renzi, le primarie e l’Europa oggi è la volta di Salvatore che vive in Danimarca e che ha scelto un tema molto delicato, quello del lavoro e del JOBS ACT.

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-Ciao a tutti, mi chiamo Salvatore De Angelis e ho 28 anni. Laureato all’Università “La Sapienza” in Ingegneria Meccanica (triennale) e “Ingeria delle Nanotecnologie” (magistrale), sono attualmente alla fine di un progetto di  dottorato in Danimarca (DTU) sull’accumulo e l’utilizzo efficiente di energie rinnovabili. Per lavoro ho viaggiato in Europa e negli Stati Uniti dove ho trascorso 3 mesi nei pressi di Chicago alla NorthWestern Univeristy per un periodo di ricerca all’estero. 

Perché scrivere su questo blog? Perché in fondo l’Italia, soprattutto vista da fuori, non è poi così male e fa piacere dare un piccolo contributo offrendo un punto di vista dall’esterno.-

“Il futuro prima o poi torna”. Questo lo slogan di un Matteo Renzi al ritorno sulla scena mediatica e politica dopo la cocente sconfitta del 4 dicembre. In quell’ossimoro, la voglia di non fermarsi nel percorso di riforme necessarie all’Italia per affrontare al meglio le sfide del nostro tempo. Tra queste sfide, una su tutte, lavoro e disoccupazione. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha radici complesse che risiedono negli effetti di una crisi lunga e logorante, nella competizione delle economie emergenti e nella progressiva scomparsa di professioni tradizionali. A questo scenario si aggiunge l’estrema rigidità del mercato del lavoro italiano, caratterizzato da un lato da contratti intoccabili e dall’altro da tutele inesistenti per molti giovani che si affacciano al primo impiego. Eppure, senza andare troppo lontano, ci sono paesi in cui il futuro è già tornato e forse già rappresenta il passato. La Danimarca, paese in cui vivo, si distingue per livelli di disoccupazione tra i più bassi di Europa. Come ci sono riusciti? Certamente puntando su ricerca e qualità dei prodotti ma anche creando un sistema di regole del lavoro moderne e dinamiche. La chiamano “Flexicurity”: in linea di massima, a parte eccezioni, tutti hanno un contratto stabile ma flessibile, senza tutele eccessive. In compenso, la mobilità è garantita grazie a generosi sussidi di disoccupazione e politiche attive di reintegro. Il “jobs act”, con il contratto a tutele crescenti e il riordino della selva dei contratti atipici, rappresenta un piccolo passo in questa direzione. Un piccolo “pezzo” di futuro di cui l’Italia ha disperatamente bisogno. Per questo, ancora una volta, mi sento di sostenere Matteo Renzi e il PD, come unici interpreti credibili di un rinnovamento difficile ma possibile.  Tante le riforme e le sfide da affrontare. La più difficile? Non fermarsi al risultato del 4 dicembre e avere il coraggio di cambiare veramente le cose.

 

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