Maulucci intervista Cozzolino
In quale misura la formazione scolastico-culturale ti ha “condotto” al PD?
“Intervistato dal proprio preside ai tempi del Liceo come potrei dire che il Classico non abbia influenzato le mie scelte politiche?! Ironia a parte, la scuola è un momento di formazione fondamentale e che segna indelebilmente le nostre vite in qualsiasi ambito. La passione per l’impegno civico/sociale l’ho avuta sempre, ispirata anche e soprattutto dall’ambiente familiare. Associazionismo sin da piccolo negli scout (fino a diventare capo), rappresentante d’istituto, come tu ben ricordi, alle scuole superiori (come si chiamavano allora) e impegno politico/partitico che coincide con la nascita del PD e l’apertura dell’allora segretario Walter Veltroni alla società civile”.
Valutazioni e critiche del/al PD, prima, durante (Bersani) e con Renzi
“Bersani è una persona che ho sempre stimato, ma non ho condiviso quasi nulla della sua azione politica. Il PD nato con Veltroni era accogliente e aperto (come quello di Renzi) mentre Bersani aveva ridato una struttura vecchia, nostalgica e non più attuale. Dal processo di cambiamento di Veltroni però non si poteva più tornare indietro e il popolo di centrosinistra, attraverso le primarie in cui ha incoronato Renzi segretario, ha sdoganato definitivamente il Partito Democratico”.
I giovani di sinistra (PD e altro) a Latina: sono visibili? Quanto “operativi”?
“Oggi come oggi ai ragazzi non piace essere incasellati in categorie e molti non si sentono appartenenti a un partito piuttosto che a un altro. Vogliono i fatti. Vogliono sentirsi considerati e s’innamorano di un’idea non di un’ideologia o di un colore. Chi come me ha deciso di schierarsi apertamente e di mettersi in gioco in prima persona non lo fa più in una “giovanile di partito” ma in prima linea, favorito senz’altro dal rinnovamento iniziato dal PD a livello nazionale. Sono stato eletto in Consiglio Comunale a 23 anni e capogruppo a 26. E non sono una “mosca bianca”. Un esempio su tutti? Formia, dove oggi il nostro capogruppo in Consiglio Comunale, Gennaro Ciaramella, è giovanissimo e capace. Basta dire che i giovani sono il futuro. Noi siamo il presente ed è ora che ci prendiamo i nostri spazi”.
Una rapida carrellata sui sindaci a te noti (nei tuoi anni): qualche giudizio.
“La mia breve storia politica ferma i miei ricordi a Finestra-Zaccheo-Di Giorgi. Tutti di centro-destra. Oltre 20 anni di governo cittadino che non hanno prodotto nulla, se non iniquità e consumo di territorio. Un meccanismo iniziato nel ‘94 e che con il passare del tempo è diventato sempre più logorante del tessuto cittadino fino ad arrivare noi, con una situazione che non è più sostenibile e i cittadini ne prendono coscienza giorno dopo giorno”.
Ha ancora senso per te -per i giovani- classificare Latina una città fascista?
“La ritengo una definizione anacronistica. A Latina è spesso usata da quei politici che vogliono raggranellare i voti di qualche nostalgico, peraltro molto distratto, visto che chiunque avesse un minimo di attenzione noterebbe che i criteri del fascismo sono stati abbandonati da molto, a partire da quelli urbanistici e dello sviluppo agricolo del territorio. La destra della nostra città è una destra di opportunismo, non di principi e valori storici”.
Domanda “pesante”: quale cultura per la città?
“Bisognerebbe realizzare un’altra intervista! Liquidare un argomento come questo in poche battute non è semplice, ma una cosa è certa: chi amministra la città non ha dedicato a questo settore neanche un assessorato mentre noi crediamo che la cultura insieme al turismo devono essere il volano per la nostra economia. Non vi sono alternative. Peraltro abbiamo un patrimonio straordinario sia della cultura novecentesca che, in alcune zone, della storia preromanica che è un delitto non valorizzare”.
L’Italia, la politica….Vorresti “emigrare” ??
“Restare in effetti non è una scelta facile. È la scelta di chi lotta però, di chi non si arrende a un Paese che è pieno di potenzialità non sfruttate. Finché crederò alla possibilità di contribuire a migliorare il luogo in cui vivo la voglia di restare sarà sempre più grande di quella di andar via”.
Che cosa è stato e che cosa è/rappresenta il teatro in questa città.
“Se non erro l’ultima grande opera realizzata in città. Oggi è una decadente scatola vuota ma dovrebbe essere il motore pulsante della cultura non solo locale. Una struttura che in molti altri comuni del Lazio ci invidiano ma che non siamo in grado di mettere a frutto. Sarebbe positivo creare un teatro stabile e riconvertire l’ex consorzio agrario a Casa della Musica (che occasione persa hai tempi di Zaccheo quando l’amministrazione rinunciò a 5 milioni di euro per realizzarla!) creando così un grande polo culturale”.
Le scuole di Latina: ci sono scuole di eccellenza? Domanda d’obbligo. Sei stato alunno del Liceo Classico: ritieni che oggi il Classico sia ancora da privilegiare (nella scelta) rispetto ad altri tipi di scuola?
“La scuola più che la struttura la fanno i professori. È evidente tuttavia che un lavoro di manutenzione e un nuovo piano scolastico non sono più rimandabili (bene in tal senso i soldi arrivati dal Governo Renzi per la manutenzione die plessi). Quando mi chiedono se potendo tornare indietro rifarei il Liceo Classico rispondo a tutti in un secondo. Si”.
Ultima domanda: ti candideresti a Sindaco?! Altrimenti chi vorresti/sapresti prevedere?!
“Il problema cronico del centro-sinistra (non solo locale) è chi deve fare cosa. Non è questo il punto. Noi dobbiamo capire e interpretare il momento storico che stiamo vivendo, dare un’offerta politica chiara e che sappia fornire risposta ai bisogni dei cittadini. Oggi penso solo a svolgere al meglio il ruolo di capogruppo”.
Tags: Alessandro Cozzolino, comune di latina, Giorgio Maulucci, intervista, pd Latina
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