Posts Tagged ‘Giorgio Maulucci’

“L’isola di Giovanni” o della rivoluzione demenziale

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

ZTL_Latina_PDL’isola pedonale: secondo il sindaco Di Giorgi, una “rivoluzione culturale”. Vorremmo chiedergli se sia edotto sul significato dei due termini poiché né l’uno né l’altro si adattano al disastroso sconcerto  provocato  dalla tutt’altro che ingegnosa operazione. Chiaramente da più parti ci inzuppano il pane, soprattutto  i veri o presunti Soloni che l’hanno preceduto. I quali oggi, sine cura, assicurano che loro avrebbero fatto senz’altro di meglio (ma non fecero mai). Ma di che cosa parliamo? Di una città data in pasto ai predatori, ostruita dai “detriti mentali” di quanti l’hanno amministrata nel tempo. Su una cosa Pennacchi –contrario all’isola pedonale- ha senz’altro ragione, nell’ipotizzare che  “se il primario di neurochirurgia…facesse un’analisi intercranica a tutti i componenti del Consiglio comunale scoperchiandogli la calotta,  so che non ci troverebbe nulla”.

ITALIA DEI DOLORI: NOTE A MARGINE

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Renzi_Gentile_scuola_italiaContinuiamo a sostenere Renzi per ovvie ragioni di necessità, ma la sua goffa performance con il gelato a Palazzo Chigi non ci è davvero piaciuta. Per lo stile (berlusconiano), per il messaggio (cialtroneria italiana), per la guitteria. Ma chi glielo fa fare? Crede di essere oramai infallibile nelle sue mosse? L’America sarà stata pure eccessiva, ma ha un occhio bene allenato  in fatto di “effetti speciali” che, però, devono essere molto bene architettati, specie se di natura politica. A dire il vero la vignetta d’oltre oceano ha colto nel segno nel focalizzare un’immagine prettamente italiana, improntata al barcamenarsi, al  lecca-lecca o mangia-mangia. Insomma, “lecca che ti passa”; leccarsi i baffi per consolazione.

La scuola. Non siamo affatto sorpresi del sia pure momentaneo rinvio circa la risoluzione dei suoi problemi. Ci sembra impossibile, o almeno un miracolo se finalmente si attuasse una secolare questione: il riconoscimento del merito e relativa differenziazione dei compensi. Abbiamo a più riprese sostenuto (da molti anni) che il 50% del fallimento o della arretratezza della scuola italiana è da addebitarsi ai sindacati, che hanno individuato in essa un cantiere clientelare, elettoralistico, un’officina del tesseramento: la sussistenza dei medesimi.

LEOPARDI, NOSTRO CONTEMPORANEO. “FAVOLOSO” OVVERO GENIALE

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

leopardi_bigSiamo stati grati a Mario  Martone per avere messo in scena, un paio d’anni fa, “Operette Morali” di G.Leopardi, un’operazione e uno spettacolo coraggiosi, egregi ed encomiabili (e così pure il successivo  “Serata a Colono”, della Morante). Attendiamo con trepidazione “Il  favoloso Giacomo”, il film che  lo stesso Martone ha realizzato sul  genio italo-recanatese. Nell’imminenza dell’uscita del film leggiamo, confortati, di un Leopardi finalmente riconosciuto o riscoperto –si spera dal grande pubblico- come il più moderno tra i moderni. Personalmente non abbiamo mai avuto dubbi in proposito avendolo associato (insegnato), fin dall’inizio degli ’70, ad autori del calibro di Calvino, Pasolini, Montale.

BELLO DA MORIRE

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger

Visconti_morte_a_VeneziaAbbiamo rivisto ieri sera (in televisione) “Morte a Venezia”(1971) di L. Visconti. Pregevole film estetico-letterario; grande lezione sul Decadentismo europeo che solo un regista sensibile, di raffinata e profonda cultura quale è stato – e rimane – Visconti  poteva realizzare (per non parlare di un altro suo capolavoro, “Ludwig”, recentemente trasmesso). Fedele e insieme personale trasposizione de “La morte a Venezia ”, il lungo racconto (più che romanzo) scritto da T.Mann nel 1912. Ci chiediamo ancora oggi perché Visconti abbia tolto al titolo originario l’articolo (ted. Der), che determina la morte, appunto, trattandosi di una morte “estetica” e non accidentale. Rivedendo il film ci è tornato alla mente uno degli intellettuali, poeti e artisti contemporanei più arguti ed intelligenti, Guido Ceronetti, del quale recentemente abbiamo letto un articolo per noi confortante e al tempo stesso disarmante: Confessione di uno scrittore semifallito sul degenerare della lingua. “Com’è possibile che importanti giornali seguitino a traslitterare la notissima parola araba  al-qàida (la Base), come al-Qaèda, che è pronuncia perfettamente folle?….La perdita di lingua, spregevolmente prostituita all’angloamericano, resa astrazione immonda dall’abbandono della scrittura manuale….”(La Repubblica, 13.07.14).

Ansa

SKY TG24

SEGUIMI SUI SOCIAL NETWORK

twitter facebook