SCHERZO (POLITICO) DI FINE ESTATE: “ALESSANDRO E NICOLETTA”
La chantefable (cantafavola) “Alcassino e Nicoletta” (Aucassin et Nicolette) è una deliziosa storia d’amore (alla Romeo e Giulietta, a lieto fine) della prima metà del XIII secolo, di autore anonimo, scritta per il piacere dello stesso autore e per il divertimento del pubblico. Ritroviamo in essa il gusto di una parodia sottile, una gioviale caricatura delle convenzioni sociali, degli ideali di vita di un’età raffinata, ma non prelibata. Il racconto procede per quadri abbastanza realistici sul costume del tempo. Una storia d’amore “cortese” in cui si riverbera la profonda crisi politica e morale della cavalleria feudale. Nicoletta è costretta a lottare con tutta l’abilità e l’intelligenza per realizzare il suo amore, ma nessun cavaliere è disposto a fare follie per lei. Rinchiusa in una stanza, con la minaccia del rogo che pende sul suo capo, fugge a più riprese trasportata sulle ali dell’amore. Per Alcassino, invece, l’amore si risolve in controsensi e paradossi dovuti al suo essere un cavaliere sui generis (non crede nella cavalleria), dunque d’avanguardia. Il breve accenno per abbinare analogicamente ai due personaggi della fabula un giovane ed una donna di garbo dei nostri giorni, entrambi consiglieri comunali di Latina, l’uno “cavaliere” (capogruppo consigliare), “silfide” risoluta e tenace consigliera l’altra; uniti da un vincolo di partito (PD);