VAGHE BALLE DELL’ORSA
L’Italia è davvero un paese strano, “imbecille” (dal latino “non baculum”, senza bastone, dunque debole); il paese delle cose inutili, se si vuole di molteplici, importanti cose inutili rispetto a gravissimi, impellenti e drammatici problemi socio-politici in corso. Un paese che tende a strumentalizzare ogni cosa a fini demagogici o populistici, di lecito o illecito tornaconto. Un paese “comico”, di commedianti e da commedia improvvisata, diversa dalla Commedia all’improvviso o dell’Arte, che è una cosa seria, una gloriosa tradizione italiana; oggi ribaltata nella cattiva arte del come viene viene. Tanta cagnara per l’ orsa Daniza: amore per gli animali? No. Amore per cause altre cioè estranee o superiori agli immani disastri o sciagure che martirizzano ogni giorno l’umanità: genocidi, bambini affamati o ammazzati, sbarchi e barconi di cadaveri. “L’amore per gli animali spesso maschera l’incapacità di amare i propri simili” (R. Familiari). Che gli animali debbano essere tutelati, salvaguardati e rispettati è sacrosanto. Ma che debbano essere anteposti alle vite umane è paradossale. Nei tempi andati c’erano i Lassy, i Rintintin, Dumbo e Bambi; poi arrivarono il gatto Silvestro, topo Gigio, da ultimo Rex: animali-divi che tutti abbiamo amato ma non santificato. Oggi cani e gatti sono i principi della pubblicità televisiva, vezzeggiati e rimpinzati da smancerie e leccornie che neanche i pascià di antica memoria. Ci chiediamo se non sia un insulto alla fame, alla indigenza e al mal di vivere cui la gran parte degli umani è quotidianamente costretta. Un attacco disumano in nome ed onore degli “umanissimi” animali. Fare una tragedia di stato dell’orsa al pari delle esecrate stragi di Stato e non, sembra davvero troppo. E se toccasse ai piccioni? Alla stessa stregua degli uccelli del famoso film di Hitchcock attentano ogni giorno alla nostra salute, sommersi come siamo dallo sterco insalubre che si accatasta per ogni dove; infestati dalla invasione nei balconi e nelle case, dall’odore sgradevolissimo dei loro continui escrementi. Li dobbiamo salvare? Personalmente siamo favorevoli allo sterminio. Quanto all’orsa in questione, abbiamo l’impressione che dalla cronaca sia stata considerata allo stesso livello dei prigionieri americani e inglesi brutalmente decapitati da soggetti, loro sì, assai simili agli animali. E ciò non riguarda gli animalisti ma i giornalisti, peggio ancora i direttori delle varie reti televisive. Tutti senza ritegno e senza pudore a reclamizzare la passione e morte dell’Orsa, per plateale pietà e rimostranze “maggiore” di quegli infelici barbaramente decapitati in nome di una fede e di un’idea senza anima; fondamentalmente animale. Lontani dai contriti e romantici sospiri del Leopardi (Vaghe stelle dell’Orsa), molto prosaicamente noi lamentiamo di essere subissati da vaghi e assordanti bollettini animalisti, che alimentano una colossale balla. Risultando il problema ingigantito ad arte, pro domo propria; all’italiana, appunto.
Giorgio Maulucci
Tags: Giorgio Maulucci, Orsa
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